La Rivista Culturale

lunedì 7 giugno 2010

"respirare nell'aria sale e maggese"


Ogni tanto mi volto indietro, per scoprire un paesaggio che altrimenti non entrerebbe mai, nei miei occhi di piccola turista.
Percorro questi sentieri con un sole caldo che mi batte sulle spalle, salgo qualche gradino di roccia e poi ridiscendo.
Respiro un profumo di estate in anticipo, profumo di passi stanchi ma desiderosi di proseguire.
Qualche foto per immortalare nella memoria immortale un panorama particolare.
Era molto tempo che non mi immergevo in queste profonde altitudini nella natura, e sto recuperando tutto questo tempo con la compagnia di un ragazzo e il necessario in uno zaino.
Il resto sono solo polmoni, gambe e occhi.
Tutto quello che serve per vivere una (mini)vacanza in piena libertà, senza obblighi, senza orari da rispettare. Senza il verbo "dovere".
Paesini arroccati a strapiombo sul mare, tripudi di colori sulle pareti delle case,incrociare giovani e anziani che salutano, chi in americano, chi in francese. Tutti accomunati da una gentilezza e una rilassatezza quasi estinte, nella quotidianità lombarda.
E poi, all'improvviso sorridere, un'ondata di salsedine, l'odore del mare che, complice il leggero venticello, arriva fino al naso.
Distesa azzurra senza fine apparente, a fondersi con l'orizzonte di un cielo limpido. Contrasta solo con la vividezza del verde delle montagne, merita un'altra fotografia tutta questa bellezza.
I sentieri ci portano alla meta, dietro l'altura si intravede la città di Monterosso, un lembo di sassolini la separa da quel po' di mare in cui mi tufferò, di lì a poco.

L'atmosfera che mi tiene sospesa in questo paesino ha qualcosa di magico, come fosse fuori dal tempo. Le viette strette, in salita, ad ogni angolo si legge un invito a provare i prodotti locali. Liguria prima sconosciuta, terra di mare e di montagne, vivo per due giorni con un sorriso che vorrebbe esprimere pura felicità, vivo le Cinque Terre e la gioia più grande è il poter condividere tutto questo.

Silenzi in cui la voce roca di Guccini trova un palcoscenico nella mia testa, per esibirsi...

"..Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri..

e lo vorrei
perchè non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire..

..restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.
Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l' oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all' infinito.."


Barche che galleggiano a filo d'acqua, poesie che si scrivono nella mente, nuvole a sfumare il bagliore del cielo..
Non è solo "La via dell'Amore", andare alle Cinque Terre.. è compiere un breve tragitto attraverso la semplicità più appagante, sono minuti senza ore, ali di gabbiani a trasportare la leggerezza che quasi rischiavi di dimenticare.