La Rivista Culturale

lunedì 13 settembre 2010

il vuoto che trabocca

Folata di vento indeciso tra lo sbiadirsi di un'estate e lo sbocciare del policromo autunno.
Foglie che si adagiano al pavimento, e nella loro caduta lo sanno, muoiono per lasciare lo spazio necessario al nuovo freddo.
Una cornice di un quadro che ritrae un paesaggio, improvvisamente riempito di vuoti.
Quelli dei rami privati di quella foglia che si è arresa all'insicurezza del vento, suggerendogli di spirare con un po' di forza in più.
Una vita che osserva questo dipinto e se ne sente parte. Anche in lei dimorano i vuoti.
Quelli fatti di una distanza che non si misura in kilometri ma in "giorni che mancano".
Eppure, per qualche incredibile miracolo, questi buchi non ingigantiscono si restringono, semplicemente, traboccano.
Come bicchieri trasparenti, con l'acqua fino all'orlo.
Illusoriamente privi di contenuto, se li si guarda da lontano.
La mano che decide di afferrare il bicchiere si accorge dell'inganno, ed eccola bagnarsi di un'acqua che, per chi l'avesse assaggiata qualche stagione fa, non aveva lo stesso sapore.
E li ha sempre avuti dentro di , la piccola vita, quei vuoti prima più salati, ora addolciti e placati.
A rimanere ramo secco e nudo, bicchiere vuoto, c'è da farsi un gran male.
Si è senza protezione, la vita ora lo sa.
Per i graffi che si era procurata quando lasciava evaporare l'acqua e a restare sul fondo erano solo grossi granelli di sale.
Per il gelo che ricopriva una corteccia incapace di sopravvivere a un nuovo inverno.
Osserva lo strep-tease dell'albero che le dà il buongiorno, ogni mattina, e il tappeto di giallo e arancione che si arricchisce ogni foglia di più.
Mentre dall'orlo dei bicchieri dentro di , trabocca una musica di elettricità..

Electricity through her body
That one thing that can make one happy
Like electricity through your body
That one thing that can make you happy
And you don’t need to have more...
[Elisa,Electricity]