La Rivista Culturale

lunedì 29 aprile 2013

i sommersi e i salvati

Un titolo presuntuoso per questo  post, lo so.
Non parlerò né di campi di concentramento né di esperienze al limite, ma di semplice vita vissuta.
Avverto subito che sarà un post un po'... egoista.

"Contare per qualcuno", lo ammetto, non è una grande espressione. Eppure non riesco a trovare una formula linguistica più pertinente, se penso a chi mi sta più o meno vicino.
Con qualcuno (vedi alla voce "mamma") c'è una sorta di simbiosi, ma quella è frutto di una più che ventennale esperienza di vita condivisa, fin da piccola. La famiglia, quell'insieme di radici attorcigliate che stanno alla base del mio albero in crescita. Radici che sbucano dal terreno per far parte della mia vita attuale, che servono a farmi camminare con gli occhi ben aperti e a rendersi punto di riferimento.
Poi, le "acquisizioni". E qui parte l'elenco di sommersi e salvati.
Salvo l'amore, quello coltivato, orto rustico che mi darà di che nutrire l'anima e il corpo, per tutta l'esistenza che mi sarà concessa, spero.
Salvo gli amici che non passano, nonostante lo facciano gli anni.
Salvo qualche voce isolata che ritorna a parlare con me, anche se da molto tempo sembrava aver intrapreso un cammino differente.
Salvo chi si prende cura, chi non manca di rendermi partecipe della sua vita.
Salvo chi mi chiede un consiglio o lo spazio di uno sfogo.
Salvo chi mi invita a vederci per un caffè.
Salvo i mittenti di mail piene di affetto sincero.
Salvo chi mi invita per un teatro in settimana.
Salvo l'amica - quasi decennale - che vedo per una colazione e finiamo per trascorrere l'intera mattina insieme.
Salvo chi crede in me.

Non mi metterò a trascrivere l'elenco opposto, non punto il dito contro nessuno.
A favore, però sì.
Perché chi riempie i miei 23 anni con la sua presenza si merita un grazie, e chi è parte di quella lista di "salvati" lo sa.
Chi non c'è, in fondo, non credo se ne farà un cruccio.


venerdì 19 aprile 2013

soltanto parole.


Parole desiderio,
che ci vuol coraggio solo a pensarle.
Parole da scomporre,
da analizzare per un esame in università.
Parole che creano,
demiurghe di storie per altri. A volte invece, solo per me.
Parole cemento,
che si depositano sul cuore e ci costruiscono una casa per essere custodite in eterno.
Parole omeopatiche,
per lenire senza invadere.
Parole scarabeo,
da creare sul tabellone e vincere la partita.
Parole sgambetto,
che ti atterrano mentre cammini dritta per la tua strada, gli occhi li hai lasciati al cielo.
Parole amiche,
quelle sempre nuove, nonostante gli anni.
Parole musicali,
che tra le note nascondono un'anima.
Parole dell'amore,
le più belle di tutte,
Parole per me,
da te.


mercoledì 3 aprile 2013

smiling heritage.

Col rumore della carta plastificata di un uovo che si apre, alla ricerca della sorpresa.
Così inizia questo mese di primavera, con del cioccolato che si scioglie in bocca e i ricordi che fanno sciogliere gli occhi.
Lacrime per una vita che non c'è più.
Una preghiera che rimane in gola, o che resta appesa al crocifisso, durante l'omelia.
Poi la pioggia, che lava via il vuoto, per quel giorno di pienezza. Di abbracci, di occhi tristi e dispiaciuti.

Aprile che sboccia con una bella sorpresa, il mio libro pubblicato.
Il bene di chi mi è vicino anche a kilometri e mesi di distanza.
L'amore sempre addosso, sempre dentro di me, carburante dei miei giorni.
I progetti che perdono la forma dei sogni e assumono la consistenza della realtà.
Ma anche il ricordo onnipresente della risata di quel nonno che non ha mollato il suo dialetto veneto nemmeno per un secondo, fino alla fine.
La voglia di andare avanti sfoggiando sempre quel sorriso che ci ha lasciato come eredità.

Benvenuta primavera.
Arrivederci nonno.