La Rivista Culturale

martedì 23 luglio 2013

Wall&Life. It means love, you know?

Citazione di Radiofreccia, film cult della mia adolescenza.
Nei film non ci sono tempi morti.
Balle. Ce ne sono, eccome.
Quei film che cominciano prospettandoti una trama interessante, avvincente... invece, col passare dei minuti, si rivelano dei mattoni inguardabili per la lentezza con cui procede la storia.
Nella vita, piuttosto, i tempi morti non esistono.
Ogni istante che accade è conseguenza e premessa di scelte, opzioni, destini che si avvereranno o hanno già preso vita. Ma non muoiono.
Anche nel momento più rallentato che una persona possa affrontare nel corso della sua giornata, anche durante l'attesa che precede il sonno... è tutto un fluire di pensieri, paure, sensazioni.
Che magari evaporano appena si depositano sul sottile strato della nostra percezione, o magari si radicano per concretarsi in azioni.
Il carattere viene costantemente plasmato, come un muro di una casa che se ne sta lì, negli anni, a reggere l'edificio in cui è posto. Qualcuno lo ha costruito, quel muro, qualcuno lo ha posto in quel punto esatto.
Poi, sono arrivati altri muri, e quell'insieme di pareti arriva a formare una casa.
Famiglia.
Ma quel preciso muro ha una storia sua, un colore suo.
Ci pittureranno sopra altre mani, si formeranno crepe, magari qualche insetto deciderà di farci un nido.
Capiterà che un terremoto lo scalfisca.
E allora? Allora il muro continua a stare lì, ad accumulare il tempo. A rinforzarsi ad ogni scossa, se è un muro che ha voglia di stare in piedi e soprattutto, se ha capito che le pareti che gli stanno accanto vogliono vederlo eretto e cercano di assorbire quel po' di scosse che il terremoto ha provocato, per privare l'altro muro del dolore. Perché senza quel muro vengono meno di molto più di una mano di pittura. Senza quel muro accanto, senza quel prolungamento di vita, si sentono povere.
Uno non sceglie di essere muro, ma decidere come reagire alle scosse che ne minano le fondamenta.
E, per quanto un secondo o dieci anni possano essere vissuti come "tempo morto", in realtà, sono depositi di vita. Bisogna solo scegliere come riempirla, perché vuota non può esistere. Mai.