La Rivista Culturale

sabato 18 febbraio 2017

Petali e spine

Stanno sbocciando.
Sarà una lunghissima fase della loro vita, primavera lunga anni.

L'incredibile bellezza dei bambini in crescita.
Lo stelo a volte ben dritto, altre in balia del vento o di mani che lo vogliono piegare.
I petali che si stanno schiudendo, decidendo i loro colori.
Qualche spina qua e là, per difendersi o attaccare.

E noi adulti, che annaffiamo con quello che riteniamo il miglior secchiello e l'acqua più pura.
Insegnare è lasciare il segno, per definizione.
Il semino c'è già, in terra. Ora sta un po' a me, un po' a loro, far brillare i colori dei petali, renderli resistenti e profumati.
Alcuni hanno già delle spine ad addobbare il gambo ancora fragile.
C'è chi quei sottili pungiglioni è stato costretto a indossarli, a causa di circostanze spiacevoli della vita. Altri invece li stanno sperimentando, per decidere poi se usarli come corazza, oppure smussarne la punta, perché il mondo esterno non è sempre e solo un nemico da cui bisogna proteggersi o che si deve attaccare. E questa è forse la parte più difficile da affrontare, per un giardiniere che, come me, è giovane.

Bambini che crescono sotto mille stimoli diversi, in un turbinio di immagini, parole, emozioni che non sempre riescono a decodificare.
Insegnanti floricoltori che li accompagnano settimana dopo settimana, percependo i momenti in cui qualcosa, in quei fiorellini, si sta modificando.

E vorrei che ognuno di loro si possa rendere conto di quanto a volte, un petalo delicato ma allo stesso tempo resistente, possa essere meglio di un'armatura di spine.