La Rivista Culturale

giovedì 1 ottobre 2015

Le nuvole, qui, sono più veloci.

alba dalla finestra, 1

Maestrale, grecale, libeccio, scirocco..
Sono tanti, ancora più di quelli che ho elencato, i nomi dei venti che soffiano in Sardegna.
E li sto imparando, piano piano, a riconoscere.
In questi giorni era stata diramata l'allerta meteo, nubifragi violenti si sono abbattuti sulle coste e nell'entroterra. Adesso basta, pare si voglia prendere una lunga pausa dalla rabbia, il nostro cielo.
I cipressi, a pochi metri da me, che sto al riparo nella mia nuova casetta, si muovono a destra e sinistra, oscillano, sembra stiano in piedi solo per miracolo e che basti un soffio (ancora) più forte per tirarli giù.
 Mentre dietro le nuvole si tingono di sfumature di tramonto, e io mi ci perdo in quei colori.
Questo cielo è incredibile, ve lo giuro.
Non ho mai perso tanto tempo col naso puntato all'insù, verso l'azzurro che quando è senza nuvole, è veramente di un azzurro esplosivo. Intenso. Vero.

Spesso invece il cielo è trafficato, e lo ingombrano cirri, cumulonembi, altocumuli e chiazze di ogni forma e dimensione. La pioggia la portano raramente, su questa terra arida per lo più.
Ma viaggiano veloci, hanno fretta di occupare tutti i centimetri di immenso, e non sostano molto sopra i tetti delle case, sopra il mare piatto, sopra le dolci colline che qui, molti, chiamano montagne.
Noi che veniamo dal nord, dal "continente", dobbiamo addomesticarci a tanta novità. Non solo atmosferica, chiaramente. Ma intanto, ogni giorno, mi lascio incantare da un'alba che non è mai la stessa, l'alba che mi sorride con sorprese sempre diverse, oltre il vetro grande della cucina.

Adesso i colori si fanno più sgargianti. Il verde brilla, specialmente dopo aver ricevuto tanta acqua da un cielo particolarmente avaro nel regalare pioggia, e il mare diventa blu e poi turchese, per assumere finalmente il mio colore preferito, un argento quasi opaco che la mia iride non conosceva.
Il mare che ha il colore di quando si dorme e si fanno bei sogni.

Intanto, qui fuori, è sceso il buio, ma intravedo ancora i cipressi che danzano. Tra qualche istante il vetro si oscurerà del tutto, e potrò percepirli solo attraverso il loro potente fruscio..

Imparerò a distinguere i venti, a chiamare le nuvole col loro nome e a seguirle nei loro lunghi viaggi, carovane solitarie che hanno fretta di andare.

Io, in tutto questo turbinio di novità, ho solo tanta voglia di restare.


alba dalla finestra, 2