La Rivista Culturale

mercoledì 3 maggio 2023

My Life, Part. N. 13

Non c'è mai più stata una "part2", dopo il mio ultimo post sul viaggio ungherese. Eppure avrei voluto scrivere, in molti momenti, ma c'è sempre stato qualcosa di più importante, di più urgente, di più... Ho perso la mia smania di appuntare stati d'animo, esperienze, vissuti, tendo a farlo più per quanto riguarda le tappe e le piccole conquiste del mio piccolino, così da potergli poi donare dei diari di ricordi di qualcosa che ha vissuto ma che non può ricordare in prima persona. Essere genitore lo vivo  molto come un lasciare spazio (sia allo "splendido ingombro" del proprio figlio, sia al tempo da dedicare alla condivisione e non più solo alle proprie esigenze), senza rinunciare al proprio equilibrio (di coppia, lavorativo, ma anche meramente personale). Penso di aver trovato sempre ottimi compromessi in questo abbondante anno e mezzo, grazie alla cerchia di persone che ci sono quotidianamente e che mi permettono di apprezzare ancora di più i "momenti con" mio figlio perché posso godere di "momenti lontano da".

So di essere riuscita a coltivare comunque l'albero dalle radici profonde e solide della mia relazione, lo affermo con una punta di fierezza in un giorno così importante per la mia vita a due che è iniziata tredici anni fa. L'inizio di maggio ha sempre avuto un certo fascino per me, con tutte le promesse di un'estate che si avvicina, la mia amata fiera di Calendimaggio alle porte, l'anno scolastico agli sgoccioli (ma so che dopotutto quei musetti che mi hanno tenuto compagnia in questi mesi un po' mi mancheranno poi)... E, ultimo ma non certo per importanza, l'inizio di quello che è stato il capitolo uno, quello di svolta della mia vita. Sì perché se ora sono qua, a vivere in questa casa, a poter godere della mia famiglia, lo devo a una sera piovosa di un 3 maggio 2010 che resta indimenticabile in molti suoi dettagli. 

Prima di precipitare in un barattolo di miele è meglio che mi fermi, ma non potevo non approfittare di questo momento tutto per me, col respiro del sonno incantevole proprio dei bambini che mi coccola l'orecchio e la sua manina posata sulla mia fronte (meravigliosa coccola che si è addormentata su di me).

Ora non ci resta che proseguire, attori del nostro spettacolo da creare giorno dopo giorno, sul miglior palcoscenico che esista.