La Rivista Culturale
mercoledì 10 aprile 2024
Le pozzanghere insegnano che.
Ho preparato la cena, con una ricetta suggerita dal proprietario della
bancarella di formaggi che ogni volta regala un pezzo di Parmigiano a un
entusiasta Zeno. Stranamente Adele dormiva, crollata poco prima nella fascia,
cuore a cuore col papà. Mangiato l'ultimo boccone, sbucciata l'ultima fetta di
mela, ho sparecchiato, col sottofondo di giochi "teatrali" che attualmente sono
i preferiti del nostro piccolo biondo "role player". Facciamo che tu sei... e
partono scenette con battute che ogni volta si arricchiscono di nuovi dettagli.
Stasera io preferisco dedicarmi alla sistemazione della cucina, tra una
lavastoviglie da caricare e un piano cottura da pulire. Appena finito, porto
fuori la spazzatura, cercando di schivare le ultime goccioline di pioggia della
giornata. Poche ore prima eravamo fuori, in uno spiazzo di sassi e pozzanghere.
Zeno, stivaletti e tuta antipioggia, saltava in quelle piccole gioie liquide
dell'infanzia. Glielo avevo promesso al mattino, mentre si preparava per la sua
giornata all'asilo e quindi approfittiamo della lunga nanna della sorellina. Sto
ripensando a quella mezz'ora fuori casa, cappuccio alzato e splash splash,
-guarda com'è profonda questa!- e appena risalgo dalle scale, mi godo
mentalmente la prospettiva di un po' di sano divano, dopo una giornata
felicemente piena. Esattamente quando sto per sedermi, lei si sveglia,
stiracchiandosi e lanciando occhiate attorno, per carpire l'attenzione di
chiunque passi di lì. Il primo pensiero è -noooo!- perché so che adesso ci sarà
un cambio pannolino, seguito dall' allattata lunga della sera, il dovermi
mettere in anticipo il pigiama per non rischiare di fare troppo rumore dopo,
quando verrà trasferita a letto, con la solita speranza che possa durare un po'
di ore l a tregua notturna prima del successivo snack a base di latte materno...
ma poi. Poi realizzo che invece che -noooo!- quel risveglio merita un -che
tempismo!-, col sorriso di chi si sente fortunata per essere riuscita a portare
a termine tutti quello che si era prefissata, senza la "preoccupazione" della
bimba, intenta in un sonnelino imprevisto. Come sempre, si tratta di
PROSPETTIVA. Decidi TU come sentirti, nelle microscopiche attività quotidiane,
nella routine di giorni da costruire, decidi tu se sorridere per le piccole
coincidenze che vuoi trovare oppure lamentarti per come invece sarebbe potuta
andare. E alla fine, questo modo di affrontare la vita, è esattamente quello che
insegna l'attività a cui ho dedicato quella mezzora pomeridiana con Zeno. Le
pozzanghere sono da schivare, normalmente. Bagnano i piedi, sono fatte di acqua
sporca, sognificano buche nell'asfalto. Ma basta cambiare abbigliamento,
indossare la comoda e divertente "prospettiva" di un paio di stivaletti di
gomma, per riscoprirle ottime alleate per il raggiungimento di quell'orizzonte
chiamato Felicità
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