La Rivista Culturale

sabato 16 settembre 2017

Un nuovo anno (in più)

Esattamente un anno fa pioveva.
Proprio come oggi.
Avevamo però la casa piena di trambusto, muri da imbiancare, mobili ricoperti da cellophane.
Poi la chiamata, il sedicisettembreduemilasedici.
Dovevo recarmi a scuola, la scuola alla quale mi avevano assegnato dopo la vittoria del Concorso, per prendere servizio.
Qui c'era allerta meteo, perché di solito se in Sardegna piove, lo fa con tutta l'anima e finisce per allagare mezza isola.
Allora sono andata, Googlemaps a condurmi per strade nuove e sperdute, tanta ansia dentro e la stessa quantità di gioia immensa.
Quella strada che mi sembrava infinita, e che mi sono poi abituata a percorrere, chilometro dopo chilometro per un lungo anno scolastico.
Incontrare colleghi e scambiare veloci sorrisi e consigli.
Ritrovare quei colleghi e conoscerne di nuovi, un anno dopo.
Le aule piccine che mi avevano accolta un anno fa, mi danno il bentornata oggi come stanze amiche.
Decoriamole, personalizziamole, rendiamole vive, dico ai miei musini.
Perché loro sono il motivo per cui questo lavoro mi fa straripare di felicità e gratitudine.
Pur con tutte le incognite nelle quali sicuramente inciamperò, i momenti di difficoltà.
Ma quanto sono belli, mentre crescono, questi boccioli di donne e uomini del futuro.
E quanto sanno far emozionare, quando entri in classe con un anno in più e loro ti accolgono cantandoti TANTI AUGUUURI A TEEEE...TANTI AUGURI PROFDILIBEEERTIIII...

Dunque buon anno in più a me e a tutti noi.

giovedì 20 luglio 2017

Cinque (..e mezzo) consigli da sfogliare

Mi sto godendo alla grande le ferie e per me godersele significa, innanzitutto, leggere. Mi sento quindi in dovere di condividere con voi (e voi a vostra volta, se vi va) qualche consiglio di lettura. La mia libreria piange per il peso che è costretta a sopportare, per cui aspettatevi altre recensioni librarie da qui a breve. Intanto, segnatevi questi titoli... (e fatemi sapere se i sono piaciuti o se già li conoscete!)


Stoner di John Edward Williams: tanto avevo letto di questo libro, tanto vorrei scriverne ora, dopo averlo divorato. La piatta vita del protagonista, scandita da traguardi non particolarmente significativi, quasi faticando a provare le gioie e le grandi passioni che animano l'esistenza umana, ha una capacità magica di coinvolgere il lettore e appassionarlo come la bella narrativa americana sa fare. Il professore universitario William Stoner, nato a fine '800 da una famiglia di contadini, insegna presso l'università del Missouri fino alla sua morte. Nel corso dei suoi sessantacinque anni conosce solo successi di poco conto, sposando una donna che non lo amerà mai (o comunque lo farà male e a modo suo). Eppure, la prosa di questo romanzo, incanta. Nel momento in cui Stoner prende in mano la sua vita, decidendo la sorte di uno studente universitario, deviando quello che sembrava un destino già segnato, noi siamo lì, accanto a lui, a osservarne i gesti, misurarne le parole. Difficile da descrivere, lo ammetto. Ma proprio per questo, necessario da leggere.
Per: chiunque abbia voglia di innamorarsi di un libro. E per chi insegna, obbligatorio.


L'estate fredda di Gianrico Carofiglio: ammiro e stimo l'autore di questo bel romanzo, corposo ma anche scorrevole, come sa essere appunto l'ex pm che ha voluto regalarci una nuova avventura del maresciallo Pietro Fenoglio. Ambientato in un 1992 che appena marginalmente è interessato agli scandali di Tangentopoli, mette in scena le vicende di una mafia pugliese dai tratti rudi, arcaici, fatta di ritualità e impregnata di un simbolismo parossistico. I protagonisti si muovono in un mondo e con una terminologia che appartiene alla sfera della mafia, se ne indagano le caratteristiche, i legami, le azioni. Intelligenza, fortuna, ambiguità, portano Fenoglio e un suo collega a risolvere un'indagine apparentemente semplice, scavando nelle vite di criminali e non, anche attraverso il linguaggio ipnotico e burocratico dei verbali giudiziari. 
Per: chi apprezza una scrittura lucida e solida, con una trama avvincente e mai scontata.

Coraggio! di Gabriele Romagnoli: ho assistito alla presentazione di questo breve ma succoso libricino ed è stato amore a prima vista (anzi, a prima "sentita"). Il giornalista e scrittore Romagnoli si concentra su di un tema apparentemente astratto e labile: il coraggio. Portando al lettore una serie di esempi ben concreti di atti di vero e proprio coraggio, si arriva gradualmente alla comprensione piena di un valore di cui è possibile, anzi, probabile, avere un'esperienza diretta. Umanità, attualità, storia, si mescolano in un cammino che percorriamo insieme all'autore, indagando le sfumature e le caratteristiche che ci fanno additare come coraggiosi determinati individui. In Solo bagaglio a mano (altro libro dello stesso autore che consiglio appassionatamente) venivamo messi a nudo di fronte alle priorità, alle esigenze di una vita, e lo facevamo guardando a un oggetto simbolico come, appunto, il bagaglio a mano. Quanto puoi riempirlo per portare con te solo e tutto lo stretto necessario? Quanto puoi riempire la tua vita, con ciò che veramente conta? In Coraggio, la protagonista è ancora una volta la vita, e ci invita a guardare ad essa mettendone in luce le qualità che fanno di noi esseri umani.
Per: chi non crede agli eroi, chi ha sfiducia nel mondo; ma anche per chi sa valorizzare il piccolo gesto, o le grandi scelte compiute da persone comuni.

Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol: una storia (vera) di quanto possa essere straordinariamente normale la vita di un ragazzo down, raccontata dal fratello maggiore. Giacomo, giovanissimo scrittore, rapisce con una prosa leggera, vivace, senza pretese se non quelle di raccontarci la sua famiglia e, in particolare, la fortuna di avere un fratello come Giovanni: bambino enigmatico, con gli occhi da cinese e una voglia irrefrenabile di godere appieno le gioie della vita. Difficile penetrare in quel mondo apparentemente semplice, decifrarne il linguaggio, comprenderne le sfumature. Eppure Giacomo Mazzariol ci riesce e regala pagine di tenerezza, lucidità, consapevolezza e verità
Per: tutti, ad ogni età e latitudine. Per capire, imparare, e perché no, commuoversi.


Qualcosa di Chiara Gamberale: a prima vista un libro per bambini, con tanto di illustrazioni e caratteri di scrittura piuttosto grandi. Una sorta di delicatissima fiaba che ha come protagonista la figlia di Qualcuno di Importante e Una di Noi (rispettivamente re e regina): battezzata subito Qualcosa di Troppo, per la smania dimostrata fin dalla nascita nella sua fame di vita, ché nulla le bastava mai. Una ricerca della gioia in più, dell'amore in più, dell'esperienza in più. Fuggendo la noia, quando invece anche la noia riempie la vita, come le insegnerà il Cavalier Niente. In un'ambientazione surreale, in un'avvincente alchimia tra semplicità e filosofia, accompagniamo Qualcosa di Troppo nella sua avventura e ne veniamo ricompensati con una consapevolezza in più: imparare a rifuggire dalla costante necessità di riempire in modo ossessivo la vita per assaporare invece l'apparente vuoto di un cielo, ammirato distesi su di una collina erbosa. 
Per: tutte le età di chi ama viaggiare in un sogno a occhi aperti; la lettura multistrato appassionerà grandi e piccini, anche grazie alle illustrazioni di Tuono Pettinato.




venerdì 30 giugno 2017

elogio del "Nonostante".

Mani da stringere, che diventano guance da baciare.
"Grazie" detti col cuore capaci di riscaldare un'aula piuttosto fredda, a causa del condizionatore che mi spara addosso. Ma ci sono quei "Grazie", e lo capisci benissimo che significano molto di più.
Con oggi si conclude il mio primo anno da vera insegnante. Non che prima non lo fossi, non che chi non è "di ruolo" non lo sia. Però avere quell'ufficializzazione, dopo una discussione sull'anno di prova, dopo un concorso, dopo un TFA, dopo una (anzi due) lauree, beh, mi dico "ce l'ho fatta".
Ora inizia il bello.
Quelle mani che stringevo stamattina, mani di mamme e di papà, che diventavano guance perché, alla fine, è inevitabile che si crei un rapporto che vada oltre la semplice "consegna pagelle", mi hanno trasmesso gratitudine e sincera serenità.
Nonostante le fatiche incontrate durante l'anno, nonostante i tantissimi chilometri, nonostante la scuola in cui lavori non sia la più nuova, né tanto meno la più tecnologica, nonostante il 16 settembre, giorno del mio compleanno e mia presa di servizio proprio in quella scuola, fossi piuttosto disperata all'idea di impantanarmi in quel paesino disperso in mezzo al Sulcis, a 77 km da casa.... il mio posto è proprio lì. Perché alla fine, faccio vincere il "nonostante", non la difficoltà.
Ho ancora tanto da imparare, ma so che posso contare su colleghi, vicini e lontani, su libri, corsi, ed esperienze che possono aiutarmi a raddrizzare il tiro.
E poi, anzi e prima, ci sono loro, i miei pupilli, gli alunni che ogni giorno sono in grado di farmi scoprire qualcosa di più su di loro, su di me, sul bello di essere una classe.
Essere un'insegnante.
E allora, comunque vada, nonostante i "nonostante", mi preparo a quello che verrà, perché sono sempre pronta a prendere il meglio e trasformarlo in "ancora più meglio", anche se "più meglio" non si dice.

sabato 18 febbraio 2017

Petali e spine

Stanno sbocciando.
Sarà una lunghissima fase della loro vita, primavera lunga anni.

L'incredibile bellezza dei bambini in crescita.
Lo stelo a volte ben dritto, altre in balia del vento o di mani che lo vogliono piegare.
I petali che si stanno schiudendo, decidendo i loro colori.
Qualche spina qua e là, per difendersi o attaccare.

E noi adulti, che annaffiamo con quello che riteniamo il miglior secchiello e l'acqua più pura.
Insegnare è lasciare il segno, per definizione.
Il semino c'è già, in terra. Ora sta un po' a me, un po' a loro, far brillare i colori dei petali, renderli resistenti e profumati.
Alcuni hanno già delle spine ad addobbare il gambo ancora fragile.
C'è chi quei sottili pungiglioni è stato costretto a indossarli, a causa di circostanze spiacevoli della vita. Altri invece li stanno sperimentando, per decidere poi se usarli come corazza, oppure smussarne la punta, perché il mondo esterno non è sempre e solo un nemico da cui bisogna proteggersi o che si deve attaccare. E questa è forse la parte più difficile da affrontare, per un giardiniere che, come me, è giovane.

Bambini che crescono sotto mille stimoli diversi, in un turbinio di immagini, parole, emozioni che non sempre riescono a decodificare.
Insegnanti floricoltori che li accompagnano settimana dopo settimana, percependo i momenti in cui qualcosa, in quei fiorellini, si sta modificando.

E vorrei che ognuno di loro si possa rendere conto di quanto a volte, un petalo delicato ma allo stesso tempo resistente, possa essere meglio di un'armatura di spine.