La Rivista Culturale

giovedì 16 febbraio 2023

Budapest, part 1.

Scoccavano diciotto mesi, mentre mamma e papà macinavano chilometri con le gambe, lungo il Danubio e per le strade di una capitale a est.
Imprimo qui, battendo il più velocemente possibile le dita sulla tastiera, i ricordi di un viaggio di coppia ancora fresco nel mio cuore.

Una vacanza arrivata senza che ce l'aspettassimo, cogliendo un'occasione imprevista e un volo non troppo costoso. Budapest, una meta che da un po' ci balenava tra i pensieri, con le numerose terme che la rendono celebre e il fascino di quell'Est Europa non così orientale. 
Salutato il pargolo (grazie ancora nonni!), ci siamo imbarcati su un volo come non facevamo da qualche anno. Il fatto che cascasse a ridosso di San Valentino ne ha aumentato l'aura romantica, ma questo è una casualità involontaria. 

La durata del tragitto aereo è stata davvero breve, il tempo di infilare un paio di cuffiette, ascoltare (giusto fino al ritornello, perché sapevano un po' tutte di già sentito) le canzoni in gara a Sanremo ed eravamo sulla pista di atterraggio. 
L'orecchio, inclemente, picchiava e pulsava - di questa parte del volo non sentivo affatto la mancanza! - ma nel giro di qualche minuto e con smandibolamenti vari, tutto è tornato a posto e mi sono potuta godere una città illuminata da molte luci, le costruzioni grigie dalle facciate imponenti, e vie semideserte.
Sfoggiando tutta la nostra giovinezza inside, abbiamo anche deciso di sperimentare un'uscita serale a un Ruin Pub - sostanzialmente locali ricavati dall'interno di edifici bombardati durante la guerra, che hanno ripreso vita con un arredo che spazia dal kitsch all'artistico, zeppi di colori, oggetti vari e assurdi, e uno stile specifico. 
Quello che abbiamo visitato per primo si ispirava un tantino al passato filosovietico dell'Ungheria, e infatti si chiamava Red Ruin Pub. Sorseggiando una birra - ben più economica rispetto alle nostre - abbiamo scambiato quattro chiacchiere immersi in un'atmosfera davvero suggestiva e, decisamente, ROSSA!

Solo con l'alba - si fa per dire, ovviamente dal risveglio è stata bandita qualsivoglia sveglia- ci siamo gustati le meraviglie della città in tutta la loro luce diurna (e nell'implacabile gelo!).
Dopo una ricca colazione che propendeva più per il salato che per il dolce a cui siamo tanto abituati, abbiamo optato per sostare subito alla Basilica di Santo Stefano, a pochi isolati dal nostro hotel (il D8, che, parentesi, si trovava in una posizione ottimane).
il Mc Donald's alla stazione Nyugati
Basilica di Santo Stefano












 In questo enorme edificio religioso spiccavano i decori color oro, ma non passava nemmeno inosservata la mano mummificata del santo che dà il nome alla Basilica. 

Avendo ancora tante energie in corpo, siamo saliti dagli infiniti scalini che ci hanno portati sulla sommità e da qui abbiamo ammirato un plumbeo panorama fatto di tetti piuttosto anonimi e di palazzi che in lontananza spiccavano per le forme curiose. Circondati da voci di turisti italiani ci siamo poi dileguati procedendo nel nostro tour verso la stazione storica dal nome impronunciabile (come il 99% dei vocaboli ungheresi, tranne NAM -no, ETTEREM-ristorante). Qui dentro abbiamo trovato uno dei Mc Donald's più eleganti al mondo (inserito in un locale stile bell'epoque, per farci capire). 
La tappa food l'abbiamo però fatta gambe in spalla, fermandoci brevemente a un baracchino che preparava kürtőskalács (altrimenti chiamato chimney cake, considerata la sua forma) e ci siamo scaldati cuore e pancia tra un morso e l'altro. Nel frattempo, attraversavamo il Danubio, in tutta la sua imponenza.
Percorrendo le vie dell'isola Margherita, che per 2,5km si distendeva lungo il fiume, ci siamo immaginati questo isolotto nelle varie epoche, come leggevamo sulla guida: prima aveva ospitato un convento, poi un harem..e  ora, un parco in cui poter praticare attività fisica e rilassarsi. 

La giornata è proseguita poi con ulteriori km, soste in caffè per ritemprarci ma il punto panoramico è stato raggiunto poco prima del tramonto: il Bastione dei Pescatori.
Insieme a una quantità di turisti spropositata abbiamo scattato qualche foto di rito e poi siamo ripartiti, o meglio ridiscesi, pronti a muoverci alla ricerca del ristorante per la cena. Avremmo anche fatto una sosta al museo Houdini - ebbene sì, era ungherese! - ma arrivavamo troppo tardi e il tour era già al completo. 

Le tenebre calavano, e la ricerca di un ristorantino per la prima cena doveva necessariamente cominciare. Attendendo di ammirare il Parlamento illuminato - considerato che è uno dei più imponenti al mondo e che gode di una quantità di lampioni puntati incredibile durante le ore buie! abbiamo percorso il lungo Danubio diretti alla sponda opposta, con l'intento di attraversare il celebre Ponte delle Catene che però... risultava chiusa ai pedoni!

Senza perderci d'animo abbiamo allungato il nostro percorso, con una (salatissima, in ogni senso) tappa aperitivo in un pub di tipicità belghe.
cena da Hilde
Da qui, primo tentativo fallimentare di gustare i piatti tipici di un ristorante superconsigliato - per la cronaca, l'Hungarikan Bistrò-, con necessario ripiegamento su altro ristorante, Hilde, molto più "pettinato", ma che ci ha comunque permesso di assaggiare carni locali accompagnate da calici di buon vino della zona.

Così si conclude la narrazione del primo dei due giorni pieni di una vacanza che ha avuto il sapore di un salto indietro nel tempo, a quando le uniche preoccupazioni erano programmare nel dettaglio le attività della giornata, avendo però il lusso di poterle stravolgere a nostro piacimento... ora, col piccolo splendido bolide ad arricchirci le giornate, sarebbe risultato impensabile vivere in questo modo la nostra  fuga ungherese, per cui, sì... ci siamo decisamente goduti tutti i minuti di quei due giorni e tre quarti! (Ovviamente il 90% delle nostre conversazioni riguardava Zeno, ma questo è un'altra storia😆).

Appena avrò qualche altra mezz'ora di tempo mi dedicherò al racconto (proprio come negli anni d'oro dei viaggi girovaghi di coppia!) della seconda parte di vacanza!