La Rivista Culturale

venerdì 18 agosto 2023

La nostra settimana nelle Fiandre!

 Approfitto del riposo del guerriero (alias, il piccolo vichingo biondo da poco ufficialmente entrato nei due.. speriamo non troppo " terribili " !) per completare il reportage belga.

Eravamo rimasti alla nostra migrazione verso il nord, che speravamo trovare più soleggiato, anche grazie al vento-spazza-nuvole... buahaha, poveri illusi! Il primo giorno, complice il viaggio più lungo del previsto causa traffico, ci siamo limitati all'esplorazione del paese che ci avrebbe ospitato, Diksmuide. L'alloggio, trovato su airbnb, era veramente " a cozy place ", in perfetto stile nordico, anche se piuttosto ripido, dati i tre piani di scale (con bagno posizionato poco tatticamente in mezzo tra le due rampe!

Sistemazione delle valigie e si parte per un pranzo in ritardo alla ricerca di un posticino... entriamo in una locanda che vanta di essere la più antica della cittadina, affacciata sulla piazza molto ampia e che quel giorno accoglie un evento per bambini completamente gratuito a tema gonfiabili. 

la piazza di Diksmuide
senza gonfiabili

Ora, lo spaesamento nel trovarsi di fronte a una decina di castelli/scivoli/grotte/torrette gonfiabili, fruibili gratis da chiunque è stato davvero forte, considerato che in Italia anche solo pensare di far salire tuo figlio su uno di quegli oggetti succhia-soldi ti svuota il portafogli... ebbene, lì, oltre al divertimento, offrivano kit da disegno a tutti con sacchette di tela piene di kiwi! Meraviglia, insomma. 

Posa ummarell che scopriamo essere    
internazionale

Un po' meno invece il pranzo, che ci è costato la bellezza di 60 euro per i soliti toast (oh, pardon, croque monsieur... 😒) e valanghe di insalata e patatine (decisamente sdoganate per uno Zeno che fino a quella vacanza non conosceva ancora la goduria del fritto sotto i denti). Comunque Diksmuide più che un pittoresco lungo-canale e qualche viuzza carina non è che offra, dato che è circondato da campi... e quindi siamo pronti a scoprire tutte le mete che da anni sogniamo di visitare.

Ah, una chicca che abbiamo proprio a pochi metri da casa è il beghinaggio: questo ampio cortile circondato da casette bianche tutte uguali, calato in una quiete senza tempo, ospitava donne, principalmente monache nei secoli passati, che si ritrovavano a vivere in questa comunità appena al di fuori del centro cittadino.

il beghinaggio di Diksmuide



 Programmiamo quindi di esplorare la città di Gand per il giorno successivo. La troviamo adorabile. Sul serio. Più di qualunque altro posto visitato: pittoresca, medievale, un po' altisonante in certi aspetti, ma proprio come piace a noi. E poi, zero turisti. Sarà che è principalmente un centro universitario e di domenica (per di più in estate) non è che pulluli di studenti... ma è piuttosto impressionante girovagare per le stradine senza folla. 


In una piazzetta in cui sostiamo per acquistare un bel quadretto che vada ad arricchire la nostra parete dedicata ai viaggi incontriamo una mamma italiana con nonna e bimba al seguito e scambiamo quattro chiacchiere, con la considerazione che il fiammingo è proprio una lingua aspra e ostica (abbiamo abbandonato il francese nel sud del Belgio, qui tutto è scritto e detto in questo olandese un po' "sporco"e  facciamo davvero tanta fatica a capirlo (santo google traduttore). Entriamo nella cattedrale di San Bavone che ospita il celeberrimo Polittico dell'Agnello Mistico, per poi fare altre tappe in punti panoramici nei dintorni.
interno cattedrale

 

Per pranzo, stufi di mangiare sempre le solite cose, optiamo per una zuppa, in un localino vicino a uno dei tanti ponti  che uniscono la città.


A un prezzo ben più stracciato del solito pranziamo in modo genuino con tanto di frutta e pane incluso. Con le pance riscaldate (ah sì, ovviamente anche quel giorno il sole non era dei nostri!) riprendiamo il cammino...

Attraversando ponticelli e ammirando imbarcazioni turistiche, decidiamo che Gand ci è proprio piaciuta (tanto che ci torneremo ancora qualche giorno dopo, per acquistare qualcosa che simboleggerà il nostro ufficiale "per sempre").

raro momento di sole!

Il giorno successivo ci dedichiamo a Ypres, celebre ai tempi della Prima Guerra Mondiale: si respira un'aria piuttosto pesante, sarà il macigno della memoria, sarà che il cielo è davvero denso di nuvole scure... passeggiamo tra monumenti e piazze fino al raccolto cimitero militare CWGC (luogo pieno di fascino essendo pieno di lapidi... sì, ho una passione per i cimiteri). Per pranzo scopriamo che a pochi chilometri si può gustare la birra considerata la più buona del Belgio... tappa immancabile, quindi!

Per digerire facciamo due passi (ma giusto due, perché poi viene giù il diluvio!) nella vicina Poperinge, che grazie alla immancabile guida Lonely Planet scopriamo essere stata centro molto dinamico e ludico per i soldati durante la guerra... 
qui venivano infatti a svagarsi, perché l'artiglieria tedesca arrivava a pochi km da lì, per cui potevano trovare ristoro in un paesino che oggi celebra le cameriere che servivano nei locali di un tempo con una statua color oro (qui potete vedere come anche Zeno dia il suo contributo a sistemare le sedie del locale).

Vi starete chiedendo... ma Bruges?! Beh, volevamo tenercela per un giorno di metà settimana, puntando al minor numero di turisti possibile, ma... abbiamo trovato una cittadina che, per quanto graziosa, pullulava di gente! Non eravamo più abituati a tutte queste persone, e abbiamo decisamente apprezzato la tranquillità di tutti i posti visti fino a poco prima... qui tutto era "per turisti", una cartolina nella cartolina... eccessivo, purtroppo. Scorci sicuramente caratteristici, immancabile il giro in barca tra i canali... ma le nostre aspettative sono state un po' deluse, devo ammetterlo.




Anche qui a Bruges ci tengo a segnalare un locale "zupposo", con la medesima formula genuina già provata a Gand (in una vietta piacevole e piuttosto tranquilla, accanto alla piazza).

Concludiamo la vacanza e il post celebrando l'immensità delle spiagge che affacciano sul mare del nord. Un'enormità di sabbia e vento, un mare che appariva ancora più gelido proprio per la sua estensione (solo alla vista, perché poi pucciarci i piedi non era così terribile). Siamo stati sia nella celeberrima Dunkirk (sì, abbiamo oltrepassato il confine per fare tappa in Francia), sia in una spiaggia del nord del Belgio.

 Il vento incontrato in entrambe è stato qualcosa di mai provato prima: nemmeno i 4 anni abbondanti di vita sarda mi hanno mai stordita con un'aria così portentosa (e il mio nervo del trigemino ringrazia...!)

Tra un pranzo a base di cozze e una corsa sui granelli finissimi di sabbia ci siamo congedati anche da questi panorami...


Arriviamo dunque all'ultimo giorno: Bruxelles.
La capitale la possiamo visitare grazie a una guida d'eccellenza, una mia cara conoscente che vive lì con la famiglia (che avevo incontrato in modo del tutto casuale sull'isola sperduta di Rab, Croazia, la scorsa estate... è proprio vero che ovunque vada io trovo gente a me nota!).
Parcheggiamo sotto casa sua, in prossimità della Commissione Europea grazie a un magico tagliando di cui ci omaggia (altrimenti ci sarebbe stata una tariffa di soli 100 euro al giorno!) e dopo una breve tappa casalinga ci dirigiamo verso la metropolitana.
Commissione Europea
Scendiamo nei pressi del centro e visitiamo viuzze (anche qui strapiene di turisti) animate e pedonali. Circondati da profumi di waffle e birra ammiriamo i palazzi nel perfetto stile fiammingo con tocchi rococò, giungendo fino alla piazza che fa veramente impressione, essendo chiusa sui quattro lati da edifici maestosi:
piazza centrale di Bruxelles

Tappa ad ammirare gli interni del pub "delirium tremens" (quella con disegnato sull'etichetta l'elefantino rosa, per intenderci), sosta foto di fronte alla statuetta del Manneken Piss (un bimbetto che grazie al suo poderoso getto urinario spense un incendio, dicono), giro turistico nei due negozietti dedicati ai fumetti (qui patria dei Puffi e di Tintin!) e poi si torna verso zone più tranquille. Giretto al parco, con addirittura addosso solo una maglietta maniche corte e... adieu capitale!
L'ultima notte la trascorriamo in un ostello a Charleroi (città insignita del titolo "la più brutta d'Europa" dai vicini olandesi... so solo che abbiamo cenato con delle polpette davvero niente male, accompagnate da una pasta non esageratamente scotta). Lì nei pressi c'è anche la sfortunatamente famosa Marcinelle, di cui si ricordava giusto in quei giorni la tragica sorte dei minatori italiani del 1956.
La mattina dopo, riconsegnata l'auto su cui abbiamo macinato un bel po' di chilometri, siamo prontissimi per rientrare in Italia... L'entusiasmo del primo volo oramai è un lontano ricordo tanto che i due ometti si addormentano poco prima del decollo!
Che dire, una vacanza che non sapevamo bene cosa ci avrebbe regalato, data la presenza del nostro piccoletto... e invece siamo riusciti a girare moltissimo, sfidando il meteo, scattando moltissime foto (circa seicento...), apprezzando panorami, vicoli (un po' meno i cibi!) e conservando nella memoria del cuore istanti e avventure piacevolissime (oltre ai migliori waffle di sempre!)