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Qualche giro con le bici noleggiate, giusto per raggiungere i paesini limitrofi, ma soprattutto vagabondaggi alla scoperta di borghi, cercando di includere soprtatutto quelli con parcogiochi interessanti (e, per fortuna, la maggior parte ne era fornita!).
Così scarpiniamo fin su a Sirolo, da cui si ammira un panorama che mescola la potenza di verde e blu. Un gelato, varie foto, tappa giochi (meravigliosi, in legno), e si ritorna al Conero Azzurro, per una nuova cena, una nuova tappa di balli sotto un cielo di stelle.

Altro
giorno e altro giro, stavolta a Offagna, dove una rocca domina il
paesaggio e quindi giriamo le sale, saliamo i gradini, esploriamo i
qr-code che ci raccontano la storia delle varie sale.
Pranzo
gradevolissimo tipico e via, dove si va? Ma sì, Frasassi dista un'ora e
perchè non visitare le grotte.
Stavolta non ho una carovana di frizzanti tredici/quattordicenni a farmi compagnia, ma la curiosità del mio esploratore biondo (l'altra se la gode comodamente nel marsupio col suo papà) e l'ora e mezza scivola veloce, decisamente più veloci di quanto cada una goccia dal soffitto di una di quelle rocce antiche.Si fa sera, un'amica mi aveva consigliato Genga e quindi una piccola tappa non ce la toglie nessuno. Carinissimo e deserto, per cui dopo un breve tour delle vie che formano un quadrato, siamo di rientro.
Poi ancora mare, qualche splash in piscina, giochi con l'animatore Davide e la conoscenza di qualche bimbo al miniclub. La settimana scivola via come un'onda, una delle tante che ci bagnano i piedi quando siamo seduti alla riva di un mare che scende subito profondo, ma che per i nostri bagni andava benissimo comunque, così.
E quelle due sante ore pomeridiane, in cui il mondo si fermava, io diventavo un tutt'uno con la sdraio, mi immergevo in qualche podcast, in un romanzo, nel sottofondo di vacanza e raggi di sole, un tempo per me che dilatava ulteriormente la percezione di sospensione da tutto, da qualunque routine. La coincidenza della nanna dei bimbi (grazie maritino) mentre io mi godevo il mio relax ha ulteriormente contribuito a una abbronzatura degna di nota, come non succedeva da troppo tempo.
Dopo una Loreto by night, ancora più pittoresca perché sono in corso le prove del coro del Giubileo per la sera successiva, ci infiliamo anche una tappa culturale, con un giro a Recanati che mi permette di riabbracciare la mia ex-collegomonima (ma comunque sempre amica!) anche lei in vacanza e quindi ci ritroviamo a girovagare per casa Leopardi, a fotografare libri proibiti, e soprattutto a scattare la foto più turistica di tutte, con lo sfondo del primo verso che a ogni terza media racconto stando in piedi di fronte alla siepe del giardino della nostra scuola.
Al ritorno piove, poi esplode il sole ed eccolo lì, un arcobaleno che finisce nell'acqua. Superiamo campi di girasoli, distese giallo acceso, veramente sterminate.
Poi quell'aperitivo a Osimo, dove le statue antiche non hanno una testa e noi facciamo a gara di chi vede più persone vestite di rosso.I sassolini diventano omini sulla spiaggia, oramai siamo tutti abituati a quel solletico sotto le piante dei piedi, ma la nostra settimana giunge ormai al termine e dobbiamo salutare la salsedine, con un'ultima luna piena che illumina di arancionel'increspatura dell'Adriatico, prima di dirigerci verso un entroterra fatto di dolci curve, panorami color ocra e di nuove scoperte da mangiare con occhi e bocca.
La nostra base è a Montemonaco, un agriturismo rustico, di quella semplicità che fa stare bene, immerso in un silenzio rotto solo dalle cicale (e da qualche mosca dispettosa), con gatti e cagnoloni abituati al via vai di turisti. Qui Silvio, il proprietario, ci accoglie con prelibatezze che escono da una cucina come ai vecchi tempi, con ingredienti genuini e sapori sinceri e pieni. Mangiamo benissimo, gustiamo le zuppe, dei primi piatti da favola, carni particolari.Ci svegliamo al mattino con la luce che filtra dallo spazio tra le due pesanti tende bordeaux del nostro "box", affacciata su un tripudio di verde.
Zeno si offre persino di fare da cameriere e quindi eccolo lì col suo grembiulino legato in vita, pronto ad accogliere gli ospiti e portare al tavolo la cesta del pane. Lui e Anselmo sono proprio una coppia particolare, quasi nonno e figlio che si aggirano discreti e eleganti tra i tavoli addobbati, mentre noi beviamo dai calici un vino della casa che va giù fresco. Possiamo anche rilassarci in piscina o a bordo vasca (beh, forse rilassarci è un parolone, meglio dire "ammirare il contrasto cromatico dell'acqua azzurra su sfondo di natura, badando ai due nanetti scatenati").
Da questa base partiamo a esplorare: un bosco di gnomi e fate, i Mazzamurelli, che comincia con un percorso da intraprendere scalzi, tra farfalle, lavanda, specchi d'acqua da attraversare tenendosi al corrimano, per poi concludere con giochi sfrenati e esplorazione di sentieri ricchi di esseri fatati.
Riserva davvero molte sorprese piacevoli questa zona, siamo proprio felici della scelta.
Una breve carrellata dei giri fatti: Amandola e Sarnano, due borghetti antichi, ancora martoriati dal terremoto di quasi dieci anni fa, proprio come la povera Norcia, piena di lavori in corso. Ammiriamo, prima di arrivare al famoso paese, la piana di Castelluccio, una distesa di campi che quest'anno non sono fioriti ma che ci riserva comunque uno spettacolo notevole, fotografato da più angolazioni.
Alterniamo varie scarpinate nella natura, infarcite di storie fantastiche, di orchi, hobbit, di giochi di parole e rime da cercare.
Ci immergiamo nella tanto rinomata gola dell'Infernaccio, un orrido che porta a un eremo, per poi attraversare altri sentieri in cui incontriamo greggi al pascolo.
Forca Canapine, Forca di Presta, escursioni che possiamo effettuare senza badare all'orario perché non rischia mai di fare troppo caldo e quando le finiamo eccoci lì a improvvisare pic-nic, o a gustare un panino a una bancarella lungo la strada.

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