La Rivista Culturale
domenica 29 dicembre 2024
titoli di coda.
Quelli che pochi leggono, alla fine di un film.
In cui si elenca il cast ma anche tutto il dietro le quinte che c'è stato per realizzare quel prodotto.
Perché c'è sempre un pazzesco lavoro di squadra, per riuscire a creare qualcosa di importante, come un film o un anno di vita.
Allora eccoli qui, i miei titoli di coda del 2024, quelli fatti di dettagli (una mia alunna ci ha scritto un tema intero sulla differenza tra attimi e momenti, un tema che ho ovviamente adorato per la sua profondità di pensiero).
La fine del 2023 è stata celebrata con una botta di adrenalina indimenticabile, provata soltanto un'altra volta, agosto 2021, nascita di Zeno. Una sensazione che si è prolungata fino al giorno successivo, quando l'anno nuovo è cominciato e io non riuscivo a chiudere occhio, nonostante la stanchezza per quel parto pomeridiano che ha sorpreso tutti, per le due settimane di anticipo con cui è avvenuto e la velocità con cui si è realizzato. La fatica a riposarmi è stata poi un leit motiv fino all'estate, anzi proprio nei mesi teoricamente più spensierati e vacanzieri io toccavo picchi di insonnia completamente illogici, considerata la stanchezza perenne delle giornate a districarmi tra quei pochi mesi di vita di A e l'esuberante energia dei tre anni di Z.
Tutto è tornato alla normalità solo grazie all'inizio della scuola, quel luogo che tanto è capace di farmi star bene grazie alle persone che incontro ogni giorno. Ancora non conoscevo quali sarebbero state le mie classi, ma il desiderio di affrancarmi da un susseguirsi di giornate calibrate solo sui miei due bambini era davvero enorme.
Come c'era da aspettarsi in un baleno mi sono affezionata alla mia terza (il mio debole per i grandoni mi accompagna), e trascorrere dieci ore settimanali in loro compagnia è sempre fonte di gioia (e di fatica, in certi giorni, per le mie corde vocali, data l'esuberante frizzantezza che dilaga in 3A). Con loro ho sperimentato attività nuove, si sono fidati e affidati, e i prossimi mesi saranno un consolidamento verso il loro traguardo finale. La mia prima per ora è ancora tenera e coccolosa ma meno "conosciuta", per le poche ore passate insieme ma nel momento in cui aumenteranno (anno nuovo), avrò modo di approfondire anche il rapporto con loro.
I colleghi... beh, che dire. Un ambiente fatto di persone con cui ho creato legami di amicizia, tra chiacchiere scolastiche e altre meno, confidenze, relazioni da scrivere, progetti da ideare... un grande team, senza dubbio. Anche se ci sono stati dei "cambiamenti ai vertici", l'ottimo patrimonio umano della mia scuola resta sempre una certezza.
Dunque, qulla routine a partire da settemnre mi ha aiutata a ridimensionarmi, anche se gli incastri di tempo libero si son fatti più rari e intanto cresceva la mia capacità a saperlo gestire. Non sempre ci riuscivo (né ci riesco tutt'ora), ma come ripeto sempre godo di una enorme fortuna nella disponibilità di nonni presenti e attenti e amicizie capaci di esserci. Amicizie che condividono serate, chiacchiere, opinioni, giochi e gite coi bambini. Amicizie che si mantengono nonostante la distanza e il tempo che potrebbe usurare e invece siamo più forti noi a resistere.
Ho fatto per tanto tempo paragoni tra Z e A, sbagliando ovviamente, perché è proprio l'unicità di ogni figlio a renderlo tale.
Ora, alla soglia del primo anno della mia cotechina (nata come una lenticchia, ma decisamente più simile all'animale sopracitato al momento attuale), riguardo questo lungo periodo di tempo trascorso a una velocità impressionante, con i suoi giorni piú faticosi, quelli in cui si sono costruiti ricordi indelebili, notti in cui per ore le mie braccia cullavano pochi kg di peso gridando dentro di me che non ce la facevo più, basta, ti prego ora dormi! Risvegli fatti di baci e solletico, preparazioni per l'asilo condite con giochi di fantasia tra pirati, maghi e, recentemente Zorro, prime pappe trasformate subito in pranzi a base di pastasciutta, tantissimi ristoranti da provare in 4, perché la passione per il cibo è colonna portante della nostra famiglia, occhi e bocche che ridono di gusto, ferite di guerra durante le passeggiate in montagna, pranzi nei rifugi dopo lunghe escursioni, pianti disperati per biscotti rotti che evidentemente hanno un sapore terribile nella bocca di un bambino, rispetto a quelli integri! La serata a Milano in quell'aprile in cui allattavo ancora cosi tanto A che mi sembrava folle stare lontano da lei il tempo di una cena e uno spettacolo teatrale (e invece no, invece quanto avevo bisogno di una serata cosi!). Ore passate ad allattare e intanto divoravo ebook di ogni sorta, una mano a reggere il dispisitivo e nell'altra la testolina piena di capelli. I cambi di pannolini, Dio quanti pannolini si possono cambiare in 365 giorni! peluche per fare la nanna, inventarsi canzoni per accompagnare i bimbi nel mondo dei sogni, i continui cambi di taglia nei loro vestiti, scatoloni di body, maglie, tute da spartire poi con altre amiche per far girare e riutilizzare quell' abbigliamento indossato per pochi mesi appena perché i centimetri crescono come aumentano le tacche sullo stipite della porta della cameretta, le decorazioni sull'albero di Natale, la playlist "Zeno's songs" in loop durante i viaggi in auto. I malanni arrivati all'improvviso, colpi di tosse e febbre che va su.
Dichiarazioni d'amore di Z che mi abbraccia e mi riempie di baci. I suoi occhi incredibili. La prima volta che il mio bambino ha scritto il suo nome da solo. Le tazze di latte scolate in tempo zero mentre A regge quasi da sola una tazza grande come il suo viso.
I libri. Quanti libri letti, alcuni oramai usurati, imparati a memoria, recitati, sfogliati da Z anche in silenzio, sul divano mentre i minuti passano, A si intrattiene con quello che trova in giro e io e Luca ci guardiamo increduli di fronte a quella pace improvvisa.
Finisco un flusso di pensieri, pausa foto e riprendo qui giù.
Ecco, arriviamo alla guest star di questo anno, il marito che mi ha stupita con quel regalo inaspettato, che ha capito il mio bisogno che non riuscivo nemmeno io a esprimere mentre lui l'ha saputo cogliere e trasformare in opportunità di viaggio solo per due nella città dell'amore.
Quel marito che c'è costantemente nella quotidianità, che mi ricorda di prendermi cura di me quando me lo dimentico, che è ascolto, pazienza e cura.
il 2024 è stato un anno che terminava col numero pari e a me non è che piacciano troppo, ma ora che i titoli di coda sono finiti, o comunque agli sgoccioli, posso ammettere tranquillamente che è stato forse uno di quegli anni in cui si sono create più costellazioni di ricordi della mia vita, fino ad oggi.
Con un primo compleanno da festeggiare in concomitanza di un cenone casalingo per 4, chiudo questo post in cui leggerezza e densità si fondono, avvolgendomi come quelle coperte dal tessuto così fine che non credi ti possano scaldare e invece ti regalano esattamente quel calore di cui avevi bisogno.
Che lo spettacolo continui, noi siamo pronti al Futuro.
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È sempre un piacere leggerti. Complimenti per la scrittura piacevole e scorrevole, per come ti racconti. Buon 2025 Giulia!!
RispondiEliminaGrazie Giannella, di cuore!
EliminaEmozionante come sempre! Auguri cara Giulia 💞
RispondiEliminaGrazie Eli,💗
EliminaBellissime foto
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