La Rivista Culturale

mercoledì 19 maggio 2010

Madame, poche parole.

Una base musicale a dare un ritmo ai pensieri sconnessi.
Devo solo seguirla, stare al tempo con le note, per non far scappare qualche schizzo di queste inconsistenti creature del mio pezzo di anima che pulsa, che qualcuno chiama cuore.
Imparare a rallentare, nelle pause, quei vuoti di suono che fanno apprezzare ancora di più la ripresa, lenta, in crescendo, di una melodia.

Ma in fondo, è solo Vita.

Quella che ti si schianta addosso in un giorno di sole, a colpirti insieme ai raggi che finalmente scaldano e non si limitano al solo strato di pelle.
Che per qualcuno, in quello stesso giorno di sole, ha il sapore del sale, amare cascate da occhi appesantiti per una delusione.
Che è una voce e il suo tepore che anticipa l'estate.
Che.. "tra un po' nascerà il sole e nuova luce porterà, quello che già io so."

E intanto i piedi camminano, sempre avanti, a creare una strada sotto di loro.
Restano le impronte di un passaggio, tracciano i sentieri.
Monito per i viandanti smarriti.
Questo percorso l'ho disegnato io, spingendo un muscolo dopo l'altro, con la fatica di chi sa voltarsi indietro per controllare il punto da cui è partito.
Con l'attenzione al prossimo passo da appoggiare a terra.
Sono esploratore e guida al tempo stesso, covo in me la meta finale e cullo la memoria della mia nascita.
La suola consumata dalla familiarità del legno di una scala a chiocciola, dall'asfalto indifferente, dai fili di un prato che conserva lo stesso fango ma anche le stesse margherite.
Scricchiola il palco, l'attrice chiede di far calare il sipario in anticipo, per questo spettacolo. Gustatevi i titoli di coda, gustatevi la poesia di Dave Matthews.

1 commento:

  1. Grazie per essermi vicina,per tenermi la mano..
    la verità è che non sono o non voglio essere abbastanza forte..un'altra doccia ghiacciata di delusione..
    ti voglio bene!

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