La Rivista Culturale

sabato 11 dicembre 2010

Dea Musica, la Scintilla in un mondo di Plastica.


C'è uno spazio, tra le note. Non ha estensione, nè forma.
Eppure c'è.
Una sorta di buco nero, inghiotti-tutto.
Luce,aria,tempo.
Pensieri.
Non si percepisce ascoltando una canzone, che fila via liscia, nella sua esatta sequenza di voce-melodia-accordi-ritmo.
Eppure c'è.
E sapete una cosa? Quell'aspirapensieri nascosto tra i rivoli della musica, a un certo punto, rigetta tutto.
Ogni frangente che si era ingurgitato con avidità, ogni sussulto d'anima, ogni brivido lungo il corpo, me lo restituisce quella stessa musica, al nuovo ascolto.


La vita è costellata da Momenti. Ogni secondo che scocca lo è, ma lo è solo con la m minuscola.
Io sto parlando di Momenti.
Quelli che uno sceglie.
Quelli che è vertigine anche solo avvicinarsi col pensiero.
E farfalle nello stomaco, e sorrisi beati.
E dannata malinconia, delle volte.
Loro sono così, accadono, svaniscono, e si ripresentano per durare ancora, senza una scadenza.
Come le Nuvole di De Andrè.
Vanno..
vengono..
ritornano..
e magari si fermano tanti giorni,
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai




Ognuno usa i trucchi che ha, per marchiarli, quei Momenti.
Io li incido. Mi fingo scultrice.
Prendo un blocco di marmo - il sottofondo di una canzone

vergine, integro, senza che altre mani l'abbiano anche solo sfiorato prima - fino ad ora mai ascoltata con il cuore, solo con le orecchie, come fosse un rumore, nulla più

lo modello con le mie mani, con gli strumenti di cui dispongo - imprimo colori, sfumature, odori, parole, sguardi e silenzi, la tatuo con ciò che sto vivendo

ne ricavo una statua che eternamente mi ricorderà e mi riporterà con la mente alla fatica,alla gioia,alle sensazioni vissute mentre le davo forma - ecco la canzone che mi traghetterà su quella terra lontana, facendomi approdare esattamente a quel Momento.


A volte basta un violino, capace di accarezzarmi il viso con la stessa delicatezza di una mano che mi ama.
L'assolo di una chitarra le cui corde mi solleticano e magari, graffiano un po'.
L'intensità di un pianoforte che mi avvolge come una coperta calda, premurosa e morbida.
E poi la voce, che prima imprime le parole sulle note e poi, subito, nella mia pancia.

Io sono presuntuosa, mi aspetto che per tutti sia così. Così naturale.

Vorrei una colonna sonora della mia vita, semino note e ricavo ricordi.
E mi piace questa agricoltura musicale, ci metto tutta la passione che ho.
Ma mi sento così stupida, a volte. Così vanamente emotiva, infantile.
Una tossica che impazzisce se non assume la sua dose.
La considero davvero una specie di droga, che inietto in vena senza preoccuparmi, convinta non possa arrivare l'astinenza. Tenendomi ancorata a tutto l'amore che nutro per lei.
Da quando ho appreso la meraviglia della Musica, della sua ricchezza, del suo potenziale infinito, non posso più farne a meno. "Dea, dea musica, la mia cura e compagna fantastica." [cit. Piero Pelù]

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