La Rivista Culturale

lunedì 31 luglio 2023

Vallonia: campagne piovose, castelli e cittadine in pietra.

 Il grigio.

Se dovessi dipingere con una parola quello che è stata la Vallonia, cioè la parte meridionale del Belgio, quella in cui la lingua corrente è il francese e le campagne la fanno da padrone, ahimè è principalmente il grigio il colore che richiamo alla recente memoria.


Castelli (tanti, tantissimi e tutti suggestivi), piazze, case, ma soprattutto cielo... Grigi. Persino le chiese, aguzze, gotiche, nonostante le incredibili vetrate dai mille dettagli colorati, non spiccavano se non per il color fumé che le caratterizzava. Poi beh, la pioggia, tutta quell'acqua che continuava a scendere, imperterrita, a doccia, a goccioline, in sospensione... Cappuccio su appena scesi dalla macchina, l'ha imparato pure Zeno che in automatico eseguiva il gesto. Fermarsi in un negozio per acquistare un paio di stivaletti di gomma, durante uno scroscio improvviso, mentre giravamo per le vie di Mons. Osservare il cielo e notare solo spicchi timidissimi di azzurro pallido, mai convinto del tutto, che venivano subito nascosti da un vento che soffiava subito nuove nuvole. Temperature fin troppo miti rispetto a quelle che abbiamo lasciato a casa (testimonianza è il maglioncino che ho comprato in un negozio... Da sfruttare poi per tutta la stagione autunno-inverno).

Ad ogni modo, il nostro vagabondaggio è cominciato all'insegna sì del colore più triste della scala cromatica, ma comunque la nostra carica di energia e la voglia di esplorare l'hanno fatta da padrone, facendoci comunque girare come trottole alla scoperta di villaggi, scorci pittoreschi e curiosità.

mini casa-museo di Monsieur Sax inventore dello strumento musicale (Dinant)

Vetrata incantevole nella cattedrale di Dinant

Agriturismo Au Grés de Vents, nella foresta di Furfooz a Dinant, nostra casa per la settimana

Soggiornando in un punto strategico, nei pressi della cittadina di Dinant, ci siamo mossi con l'auto noleggiata in aeroporto (a proposito: primo volo aereo per Zeno! Grande euforia quel mattino, soprattutto quando ha realizzato che l'aeroporto oltre a essere un luogo pieno zeppo di aerei, offriva anche una impressionante scelta di bar dove poter fare una seconda colazione!). Per la durata breve del volo si è addormentato, godendosi giusto decollo e atterraggio e notando come i tetti delle case si facessero sempre più piccoli man mano che ci alzavamo da terra.

Dinant è stata quindi la prima tappa del nostro tour: il fiume su cui affaccia offre varie crociere in barca, ma non ne abbiamo mai vista una attiva... Effettivamente quello che abbiamo notato in questa vacanza è la scarsissima presenza turistica, e in generale la poca gente. Rievoco lo stupore del mio collega che quando ha scoperto la mia meta estiva sgranò gli occhi per commentare "ma che cosa ci vai a fare due settimane, in Belgio?!?". A dire la verità erano anni che sognavo questa terra, immaginando grandi pedalate in bici su piste baciate da un piacevole sole, attraverso campi profumati, alla volta di paesini fiabeschi. Ridimensionando il tutto, ci siamo sì spostati ma utilizzando l'auto e le nostre gambette (incluso Zeno,  che guai a metterlo nel passeggino... "Voglio camminare!" Leitmotiv della vacanza).



La prima meta strutturata è stata Liegi: una città che ci ha accolti con tutto il suo imponente grigiore, con i suoi campanili pronti a svettare in ogni angolo. Abbiamo apprezzato il mercato domenicale, che si snodava lungo il fiume qui, oltre a un piccolo rifornimento di frutta e pane al formaggio, abbiamo acquistato per la disperazione un giubbino piuttosto pesante per il nostro piccolo vichingo biondo. La foto panoramica è stata scattata dalla cima della celebre (a quanto pare) Montagne de Bueren, una scalinata ottocentesca formata da 374 gradini che Zeno si è goduto dalle spalle del suo papà, per poi accomodarsi accanto a me per osservare il (manco a dirlo) cinereo panorama. La discesa dalla stessa scalinata ci ha poi condotti felicemente a una chicca nascosta: un piacevolissimo localino in cui venivano costantemente sfornati dolcetti. Qui abbiamo avuto il primo indimenticabile incontro con le gaufres di Liegi, altrove note come waffle (nonché souvenir portati a casa insieme a barrette di cioccolato, of course). Goduria ad ogni morso! Unica nota positiva della cucina belga, gliene do atto. 

Ritemprati dalla botta glicemica, ci muoviamo verso l'acquario-museo cittadino: sezioni di animali caratteristici e di botanica e un primo approccio con la fauna marina più disparata per il piccolo esploratore. Terminiamo il giro con altre passeggiate, la sosta (obbligatoria, considerata la passione per il luogo) nella imponente cattedrale e poi rientro alla base.


Il giorno seguente doppia destinazione: partiamo molto scoraggiati verso Mons, cittadina che onestamente, a parte delle enormi facce artistiche installate nella piazza in cui a un certo punto è persino uscito un raggio di sole (!), non ho particolari dettagli da condividere, perché quello che più ci ha colpito è stata la Cittadella di Namur: saliti con la teleferica, abbiamo ammirato dall'alto la capitale della Vallonia.






Passeggiando nei viali ci siamo gustati il percorso che ci ha condotti fino a un'installazione pittoresca, una tartaruga gigante guidata da un uomo bendato, chiamata Searching for Utopia. Ammirando un arcobaleno spuntato all'improvviso oltre il ponte in pietra, possiamo racchiudere il panorama gustato a Namur tra quelli più meritevoli.

Le vere chicche della Vallonia sono però alcune perle scovate nei giorni successivi:

Durbuy, incantevole villaggetto, considerato il paese più piccolo al mondo, uscito da qualche fiaba, ogni angolo si lasciava fotografare mettendosi in posa;

Durbuy

Durbuy



Poi il piacevole e curioso "Villaggio dei Libri" di Redu, incontrato per caso mentre ci dirigevamo verso il più celebre castello di Bouillon, dimora del re Goffredo (di Buglione, per l'appunto). Qui le librerie si incontrano ad ogni angolo, zeppe di offerte cartacee di ogni tipo, età e dimensione. 


Il castello, visitato durante una delle ormai solite piogge, con tanto di spettacolo coi rapaci piuttosto bagnato ma sempre piacevole.



Ogni anfratto di questa antica dimora è stato accuratamente esplorato dal paio di stivaletti di gomma azzurri, dalle cisterne sotterranee alle gallerie che conducevano alle torrette più alte.

 Concludiamo questa giornata con una visita all'Abbazia di Orval, decisamente suggestiva, dato che si passeggia nelle antiche rovine di un monastero medievale. Qui si produce l'omonima birra trappista, che viene venduta a confezioni da 6 allo shop (mannaggiaannoichesiamovenutiinaereo!). Tra i viali silenziosi e gli orti botanici, godiamo questo spirituale (anche se piuttosto turistico) luogo di quiete.




Termino questo lunghissimo post con altre due giornate, molto differenti tra loro: una dedicata ai castelli, di cui è davvero piena la zona che abbiamo visitato, l'altra impegnata nel parco animali di Pairi Daiza.
Il mio animo romantico non può che soffermarsi su due dimore nobili visitate, una solo dall'esterno, molto suggestiva dato che si trovava arroccato con al di sotto una distesa verde piena di ruminanti che 

abbiamo raggiunto con una passeggiata lungo un torrente in cui famigliole rigorosamente nord-europee giravano in canoa; l'altro castello, quello di Veves, ricorda invece moltissimo la location de "La bella addormentata nel bosco" coi suoi torrioni e la sua maestosità (sempre grigia, ovviamente). Qui abbiamo pagato un biglietto per visitarne l'interno, con uno Zeno entusiasta perché dotato di kit del cavaliere: casacca, spada e scudo di legno che ha brandito e sfoggiato con fierezza in ogni sala percorsa. 


Giornata di inaspettato e graditissimo buon meteo (20 gradi e poche nuvole in cielo) mentre esploravamo quanto più abbiamo potuto al parco di Pairi Daiza, con specie provenienti da tutto il mondo, considerato uno dei bioparchi imperdibili in Europa. Forse una eccessiva varietà considerato che questi animali provengono davvero da ogni latitudine e si ritrovano a vivere nel medesimo clima belga... 


Tra elefanti, orsi polari, oranghi e decisamente troppi passi percorsi in un solo giorno, la nostra prima settimana si conclude... Con una super colazione (categoricamente fatta in casa, perché i prezzi per gustarsela fuori sono proibitivi, dato che non vanno al di sotto dei 18 euro a persona!), ci prepariamo per salutare la casa di pietra vista campagna... ci aspetta un tragitto di tre ore prima di raggiungere le Fiandre, la nostra seconda parte di vacanza!







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