La Rivista Culturale

domenica 30 luglio 2023

Belgio vagabondo: intro sentimentale (spoiler: mamma innamorata)


 

I baci mandati con la mano mentre saliva la scala, in braccio al suo "papàLuca". Gli ho augurato una buonanotte, consapevole che domani mattina verrò svegliata dalla sua voce che ci chiama e i suoi passi che faranno scricchiolare il parquet del sottotetto di una casa su tre piani, per arrivare di corsa nel lettone e augurarci un Buongiorno a suon di sorrisi e richieste "la storia di oggi", per conoscere in anticipo quello che succederà e pregustarlo. Ora è il mio momento di aggiornare questo diario emotivo/itinerante, raccontando la prima settimana di una vacanza organizzata tempo fa, con un largo anticipo che ci ha poi visti cambiare qualche piano perché le meraviglie della Vita che accade creano sorprese e scombussolano i programmi... Ad ogni modo eccoci qui, prima nel sud collinare del Belgio, ora nelle distese esposte ai venti provenienti dall'oceano, nel cuore delle Fiandre. Racconterò i sette giorni iniziali di un viaggio che ha avuto un epicentro, cioè l'accogliente "gite" (come chiamano in Vallonia gli appartamenti rurali in pietra, immersi nella campagna) distante qualche km dalla cittadina di Dinant. Il nostro soggiorno è appunto cominciato in un cuore verde di un parco (quello di Furfooz) che non abbiamo potuto visitare come avremmo voluto causa continue piogge, ma la quiete che ci circondava ha comunque contribuito a un senso di benessere che ci accoglieva a ogni rientro della "casa del Belgio" come è stata denominata da Zeno. 


Un cavallino a salutarci, oltre la vetrata, mucche al pascolo da osservare durante le colazioni (categoricamente casalinghe, poi aprirò un capitolo cibo e costi che non pensavo proprio sarebbe stato così "tosto"!). Trascrivo uno stralcio impresso in un diario cartaceo, di due giorni fa (quando viaggio porto sempre con me un diario per appuntare i dettagli, le emozioni, i momenti da ricordare, oltre al "diario di Zeno" che racconta le sue vicende in prima persona, così da avere un personale quadernino dei racconti delle avventure vissute una volta che sarà grande).

"Ticchettano gocce stanche giù dai rami di aghifoglie, scendono lente dopo la -solita- pioggia quotidiana. Una tregua inaspettata, che posso godermi dal giardinetto della nostra casa in Vallonia. Rustica ma elegante, ampia, ricca fin troppo di oggetti tanto che dopo una settimana qui continuo a scoprirne di nuovi (e allontanarli dalle fin troppo rapide e curiose mani del quasi duenne). Dai sassi è evaporata tutta l'acqua scesa nelle scorse ore. Un vociare francese (ché qui è la lingua parlata) fa da sottofondo ai miei pensieri, che si fondono coi rumori di una natura che sa di boschi, allevamenti all'aria aperta e nuvole multiformi.


Interrompo il mio flusso di parole per accogliere quel meraviglioso sole dagli occhi color cielo che è mio figlio. Qui lo scambiano tutti per un bambino del posto, tanto è biondo e con gli occhioni azzurri. Si è svegliato dal suo  riposino e si accoccola tra le mie braccia, osservando insieme a me quello che ci circonda, per la prima volta su questa sdraio. Noto che la prima azione che compie appena varcata la porta-finestra è inspirare profondamente "Sento l'odore del fieno!" Esclama, soddisfatto appena lo riconosce, denso e pungente, nell'aria. Devono ancora sbocciare i suoi due anni e non mi capacito di quanto velocemente acquisisca competenze linguistiche, stupendomi ogni volta che se ne esce fuori con parole sentite e ripetute in frasi appropriate o chiedendo in modo buffo e curioso "che cosa hai ditto mamma?" quando non gli è chiaro qualcosa, a mo' di cantilena. E quanto racconta, ci descrive le azioni che compie, ripercorre con le parole quello che ha vissuto.

E quindi eccomi qui a raccontare quello che insieme abbiamo vissuto, in questa prima settimana, allo sgocciolare del mese di luglio."


Continuerò il blog con le avventure vissute tra distese verdissime, teatri di molte battaglie della Storia, nella Somme dei carri armati, in quei prati immensi immersi nelle foschie basse; proverò a descrivere la mutevolezza di un cielo capace di regalare a una velocità a cui non sono abituata una gamma cromatica tanto vasta; vi porterò nelle piazze dei paesi visitati, o nei corridoi di abbazie di un tempo, di cui restano muri e tradizioni di monaci mastri birrai, correndo insieme a me e alle altre quattro gambe con cui sto visitando questo pezzo d'Europa (ovviamente muniti di giacca per la pioggia e stivali di gomma!).




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