La Rivista Culturale

domenica 29 dicembre 2024

titoli di coda.

Quelli che pochi leggono, alla fine di un film. In cui si elenca il cast ma anche tutto il dietro le quinte che c'è stato per realizzare quel prodotto. Perché c'è sempre un pazzesco lavoro di squadra, per riuscire a creare qualcosa di importante, come un film o
un anno di vita. Allora eccoli qui, i miei titoli di coda del 2024, quelli fatti di dettagli (una mia alunna ci ha scritto un tema intero sulla differenza tra attimi e momenti, un tema che ho ovviamente adorato per la sua profondità di pensiero). La fine del 2023 è stata celebrata con una botta di adrenalina indimenticabile, provata soltanto un'altra volta, agosto 2021, nascita di Zeno. Una sensazione che si è prolungata fino al giorno successivo, quando l'anno nuovo è cominciato e io non riuscivo a chiudere occhio, nonostante la stanchezza per quel parto pomeridiano che ha sorpreso tutti, per le due settimane di anticipo con cui è avvenuto e la velocità con cui si è realizzato. La fatica a riposarmi è stata poi un leit motiv fino all'estate, anzi proprio nei mesi teoricamente più spensierati e vacanzieri io toccavo picchi di insonnia completamente illogici, considerata la stanchezza perenne delle giornate a districarmi tra quei pochi mesi di vita di A e l'esuberante energia dei tre anni di Z.
Tutto è tornato alla normalità solo grazie all'inizio della scuola, quel luogo che tanto è capace di farmi star bene grazie alle persone che incontro ogni giorno. Ancora non conoscevo quali sarebbero state le mie classi, ma il desiderio di affrancarmi da un susseguirsi di giornate calibrate solo sui miei due bambini era davvero enorme. Come c'era da aspettarsi in un baleno mi sono affezionata alla mia terza (il mio debole per i grandoni mi accompagna), e trascorrere dieci ore settimanali in loro compagnia è sempre fonte di gioia (e di fatica, in certi giorni, per le mie corde vocali, data l'esuberante frizzantezza che dilaga in 3A). Con loro ho sperimentato attività nuove, si sono fidati e affidati, e i prossimi mesi saranno un consolidamento verso il loro traguardo finale. La mia prima per ora è ancora tenera e coccolosa ma meno "conosciuta", per le poche ore passate insieme ma nel momento in cui aumenteranno (anno nuovo), avrò modo di approfondire anche il rapporto con loro. I colleghi... beh, che dire. Un ambiente fatto di persone con cui ho creato legami di amicizia, tra chiacchiere scolastiche e altre meno, confidenze, relazioni da scrivere, progetti da ideare... un grande team, senza dubbio. Anche se ci sono stati dei "cambiamenti ai vertici", l'ottimo patrimonio umano della mia scuola resta sempre una certezza. Dunque, qulla routine a partire da settemnre mi ha aiutata a ridimensionarmi, anche se gli incastri di tempo libero si son fatti più rari e intanto cresceva la mia capacità a saperlo gestire. Non sempre ci riuscivo (né ci riesco tutt'ora), ma come ripeto sempre godo di una enorme fortuna nella disponibilità di nonni presenti e attenti e amicizie capaci di esserci. Amicizie che condividono serate, chiacchiere, opinioni, giochi e gite coi bambini. Amicizie che si mantengono nonostante la distanza e il tempo che potrebbe usurare e invece siamo più forti noi a resistere. Ho fatto per tanto tempo paragoni tra Z e A, sbagliando ovviamente, perché è proprio l'unicità di ogni figlio a renderlo tale. Ora, alla soglia del primo anno della mia cotechina (nata come una lenticchia, ma decisamente più simile all'animale sopracitato al momento attuale), riguardo questo lungo periodo di tempo trascorso a una velocità impressionante, con i suoi giorni piú faticosi, quelli in cui si sono costruiti ricordi indelebili, notti in cui per ore le mie braccia cullavano pochi kg di peso gridando dentro di me che non ce la facevo più, basta, ti prego ora dormi! Risvegli fatti di baci e solletico, preparazioni per l'asilo condite con giochi di fantasia tra pirati, maghi e, recentemente Zorro, prime pappe trasformate subito in pranzi a base di pastasciutta, tantissimi ristoranti da provare in 4, perché la passione per il cibo è colonna portante della nostra famiglia, occhi e bocche che ridono di gusto, ferite di guerra durante le passeggiate in montagna, pranzi nei rifugi dopo lunghe escursioni, pianti disperati per biscotti rotti che evidentemente hanno un sapore terribile nella bocca di un bambino, rispetto a quelli integri! La serata a Milano in quell'aprile in cui allattavo ancora cosi tanto A che mi sembrava folle stare lontano da lei il tempo di una cena e uno spettacolo teatrale (e invece no, invece quanto avevo bisogno di una serata cosi!). Ore passate ad allattare e intanto divoravo ebook di ogni sorta, una mano a reggere il dispisitivo e nell'altra la testolina piena di capelli. I cambi di pannolini, Dio quanti pannolini si possono cambiare in 365 giorni! peluche per fare la nanna, inventarsi canzoni per accompagnare i bimbi nel mondo dei sogni, i continui cambi di taglia nei loro vestiti, scatoloni di body, maglie, tute da spartire poi con altre amiche per far girare e riutilizzare quell' abbigliamento indossato per pochi mesi appena perché i centimetri crescono come aumentano le tacche sullo stipite della porta della cameretta, le decorazioni sull'albero di Natale, la playlist "Zeno's songs" in loop durante i viaggi in auto. I malanni arrivati all'improvviso, colpi di tosse e febbre che va su. Dichiarazioni d'amore di Z che mi abbraccia e mi riempie di baci. I suoi occhi incredibili. La prima volta che il mio bambino ha scritto il suo nome da solo. Le tazze di latte scolate in tempo zero mentre A regge quasi da sola una tazza grande come il suo viso. I libri. Quanti libri letti, alcuni oramai usurati, imparati a memoria, recitati, sfogliati da Z anche in silenzio, sul divano mentre i minuti passano, A si intrattiene con quello che trova in giro e io e Luca ci guardiamo increduli di fronte a quella pace improvvisa. Finisco un flusso di pensieri, pausa foto e riprendo qui giù.
Ecco, arriviamo alla guest star di questo anno, il marito che mi ha stupita con quel regalo inaspettato, che ha capito il mio bisogno che non riuscivo nemmeno io a esprimere mentre lui l'ha saputo cogliere e trasformare in opportunità di viaggio solo per due nella città dell'amore. Quel marito che c'è costantemente nella quotidianità, che mi ricorda di prendermi cura di me quando me lo dimentico, che è ascolto, pazienza e cura. il 2024 è stato un anno che terminava col numero pari e a me non è che piacciano troppo, ma ora che i titoli di coda sono finiti, o comunque agli sgoccioli, posso ammettere tranquillamente che è stato forse uno di quegli anni in cui si sono create più costellazioni di ricordi della mia vita, fino ad oggi. Con un primo compleanno da festeggiare in concomitanza di un cenone casalingo per 4, chiudo questo post in cui leggerezza e densità si fondono, avvolgendomi come quelle coperte dal tessuto così fine che non credi ti possano scaldare e invece ti regalano esattamente quel calore di cui avevi bisogno. Che lo spettacolo continui, noi siamo pronti al Futuro.

sabato 2 novembre 2024

Paris, pour deux.

Che regalo di compleanno, ragazzi. Non me lo sarei mai aspettata. Non così "presto" secondo i miei canoni di mamma bis. Eppure, mi ha stupita così, quel 16 settembre, un giorno come un altro non fosse che compivo 35 anni e mi son ritrovata in mano una busta insieme ai suoi 'auguri'. Andata e ritorno per Parigi, 4 giorni, nel ponte di fine ottobre. In che senso? eh, solo io e te. Incredulità, emozione, ma anche panico. Come facciamo coi bambini?! I nonni si son resi disponibili, non preoccuparti dice lui. Allatto ancora Adele, il sonno non è regolare, dipende troppa ancora da me... quasi litighiamo. Un momento che avrebbe dovuto essere di sola gioia e gratitudine si sta rovinando per un mix di paure irrazionali. Un mese e mezzo dopo quel giorno scrivo dalla camera di un hotel accanto alla metro Nation, mentre fuori si fa sera e forse ho scelto la brasserie per la cena, spulciando il web. Abbiamo macinato tantissimi kilometri dal nostro atterraggio a Parigi, due sere fa. Ci restano ancora un po' di ore, altri quartieri da esplorare, camminandoci dentro mano nella mano. Il naso all'insú lo abbiamo già regalato alla celeberrima Tour (che guarda caso spiegherò proprio lunedì durante la lezione di storia dedicata alla Belle Epoque!), una vista della città dall'alto ce la siamo regalata salendo sulla terrazza delle Gallerie Lafayette, anche se il cielo bianco di nebbia e nuvole si mangiava la testa di molti edifici (inclusa la Torre).
La passeggiata nel cimitero di Montmatre, proprio il primo di novembre, a leggere nomi più o meno famosi per celebrare la mia 'passione' per i luoghi di sepoltura (in attesa di visitare domani il celeberrimo Pere Lachaise), tra tombe importanti e altre in stato di abbandono. Attraversare la Senna, acqua verdastra solcata da crociere turistiche, per poi godere della vista purtroppo parziale della cattedrale di Notre Dame, ancora in ristrutturazione. Capitare poi, per caso (incredibilmente in questa vacanza riesco a non programmare ogni movimento con anticipo come son sempre stata abituata a fare, godendomi gli imprevisti del caso!) in un ristorante 'pettinato' e riuscendo a ordinare esattamente il piatto che avrei desiderato mangiare (nel caso specifico, una deliziosa vellutata alla zucca con un uovo alla coque nel mezzo), sorseggiando Sauvignon bianco.
Favolosi petit dejouner tipici, con croissant burrosissimi, le crepes salate per pranzo, una tappa da Angelina nell'ala Richelieu del museo più esteso al mondo. La cioccolata calda che ho versato nella tazza piena di panna dopo due ore di giro al Louvre è stata un'ottima scelta (ovviamente non economica, ma viziamoci un po' in questa fuga romantica!). Dipinti a non finire, sale enormi, quadri che si mescolano mandando in tilt gambe e occhi. Sculture che sai di aver studiato al liceo e te le ritrovi lì. Anche se, onestamente, i Musei Vaticani restano il miglior complesso museale visitato fino ad ora, a livello di opere ospitate e disposizione architettonica. Ad ogni modo realizzi di essere dentro al Louvre, labirinto artistico da cui dopo quattro ore vuoi evadere e tornare a respirare aria fresca e fame di nuovi luoghi da esplorare. Trovare un ex collega e chiacchierarci insieme mentre si arriva di fronte al Pantheon, fino ai giardini di Luxembourg, dove i bambini spingono nel mezzo della fontana barchette a vela coloratissime. Incappare in una libreria italiana e acquistare il souvenir per casa nostra, la stampa artistica di Parigi, realizzata da una'artista pugliese di cui scopriamo la storia, chiacchierando con le proprietarie del negozio. Giardini verdi, viali lunghissimi, metropolitana sempre a disposizione ma presa davvero poche volte rispetto all'itinerario percorso camminando. Un pensiero ai nostri bimbi in ottime mani, nonni santi che ci hanno permesso di godere appieno ogni attimo di quelli già vissuti in questi giorni e di quelli che ci attendono fino a domani. Perché nel frattempo le cose sono cambiate, da quel sedici settembre, che è stata la 'molla' per stabilire una routine del sonno funzionale per Adele, per la gioia e il riposo di tutti. Il tempo del riposo sta terminando, la 'siesta' sta per concludersi per ritornare a passeggiare nella città dell'Amore, non a caso scelta dal mio meraviglioso marito per sorprendermi ancora, dopo quasi 15 anni insieme. Come testomonia uno scatto sotterraneo prima di entrare al Louvre, sono proprio tanto felice.

mercoledì 4 settembre 2024

Settembre è un mese perfetto per ricominciare.

come canta Flavio, nella canzone dal solito ritmo malinconico tipica di Gazzelle. Ed è così vero, anche per me, in una ripresa piena di energia, entusiasmo ma anche legittime paure di non riuscire sempre a gestire al meglio tutto quanto. Il tetris. La vita di un genitore è esattamente così, un gioco a incastro. Crescere nutrendo corpo e spirito di quei "mini noi", dosando le giuste quantità di fermezza e dolcezza, capire quali sono gli spazi da condividere e quelli da regalare. Nuove esperienze cominciano con un settembre "più settembre di tutti" mi vien da dire, per la mia ripresa lavorativa dopo mesi di casalinghitudine mammesca; un percorso nella scuolaedell'infanzia per il piccolo gigante Zeno, nuovi ritmi per la morbidosa Adele, che regala meno sorrisi rispetto al suo gioioso fratellone ma che risultano ancora più preziosi quando decide di mostrare la sua boccuccia con i primi dentini. L'estate ricca di avventure familiari si sta concludendo, con giornate che diventano sempre più routinarie. La montagna è ancora lì, che ci aspetta con sentieri da percorrere, salite vecchie su cui camminare di nuovo, rifugi da provare. Abbiamo ballato con spazzacamini provenienti da varie parti del mondo, gustato panorami a duemila metri, dopo passeggiate lunghe e piene di storie di draghi e streghe a farci compagnia, portato zaini di nove kg e passa di bambina (con poca gioia per la mia schiena). Ho letto una quantità spropositata di libri, grazie anche alle ore dedicate all'allattamento, ben venti libri dall'inizio di gennaio, che ora inesorabilmente andranno a diminuire per lasciare spazio a pagine da sfogliare a carattere più "didattico e pedagogico". A proposoto di giochi, intanto mi godo alcune novità, come una serata di gioco in scatola con uno Zeno entusiasta di conoscere muovere le pedine dei suoi amati pirati su un percorso disseminato da boccali di rhum, uncini e forzieri, mentre Adele ci fa il tifo giocando con Spiderman.
Ho molta voglia di ripartire, conoscere nuovi studenti, collaborare coi colleghi. Non mancheranno stanchezza, impressione di non avere tempo per nulla, senso di smarrimento, a volte. Conciliare questa famiglia fatta di quattro persone a tutto il resto, una sfida banalissima ma enorme, che vivono in tanti, ma di cui sento tutta la responsabilità ora più che mai. La mia agenda docente si sta riempiendo, ma allo stesso tempo sto affrontando un periodo di novità per entrambi i miei bimbi. Il caposaldo di un marito che amo al mio fianco, nonni presenti, amici altrettanto vicini a noi. Nonostante l'acquazzone oggi imperversi, nonostante i molti risvegli della mia piccolina che hanno movimentato la nottata più del solito, mi sono alzata con un gran sorriso, questa mattina. Spero di continuare a mantenerlo per tutto questo nuovo anno scolastico.

sabato 10 agosto 2024

Dai 2 ai 3.

Eccoli arrivati, i meravigliosi tre. Dopo quelli che vengono definiti i terribili due. Che poi, tanto terribili non sono stati, siamo onesti. Certo, botte di fatica in certi momenti, un po' di sconforto quando la sintonia sembrava spezzarsi per scoprire poi che si era solo incrinata per imparare a sistemarsi e radicarsi meglio. Cominciare l'avventura della sezione primavera imparando a stare con i coetanei, senza la presenza costante di chi è stato con te ogni giorno fino a quel settembre, quando alla mamma aumentava sempre più un pancione che forse stavi iniziando a comprendere. La chioma bionda cresceva, insieme a te, alla tua fantasia, al vocabolario che si continua ad arricchire ogni giorno di più. Il primo gennaio hai conosciuto la tua sorellina, che hai festeggiato portando alla tua mamis delle brioches per inaugurare una nuova vita in 4 oltre al nuovo anno appena cominciato. E allora, ripercorriamo, in disordine, i nostri punti fermi di questi 365 giorni, cominciati festeggiandoti con una cena in famiglia seguita dalla trasmissione in prima serata del tuo amato Barbiere di Siviglia, che hai seguito per tutto il primo atto tenendo gli occhi incollati allo schermo. Ti sei appassionato agli Avengers grazie a un libro a fumetti, coltivando al contempo la passione per la mitologia grazie a decine e decine di volumi che arricchiscono la tua personale libreria. E intanto, il tempo veniva scandito da momenti preziosi. Le tue prime costine, addentate con grande passione durante una grigliata. La gita al parco della preistoria con tuoi due amici del cuore, biondissimi come te. Le fedi che ci hai portato, il 9 settembre, ed eri un po' emozionato anche tu, nonostante non stessi capendo esattamente quello che succedeva alla tua mamma e al tuo papà. Hai imparato ad arrampicarti su rocce e pareti, e ad appassionarti alle tue piccole scalate. Il cappello da cuoco chef per cucinare insieme, sulla tua torre. I biscotti che hai "fregato" a babbo Natale, nonostante li avessi preparati apposta per lui. Le foto, ovunque lo trovassimo, nel mese di dicembre, a tutti i signori barbuti col vestito rosso e un sorriso bonario. Il primo giro in giostra, con occhi sbarrati per l'emozione. I mille giochi dei supereroi, dei pirati e degli indiani. I primi cartoni della Disney visti per intero. Il ballo di San Vito a ripetizione, in auto, mentre ti accompagnavo a scuola. I centomila baci e gesti di affetto che non trattieni mai, per fortuna nostra. La tua prima volta sulla neve. "Zeno, con la Z di Zorro!!" quando devi correggere qualcuno che non capisce subito il tuo nome. La fine del tuo percorso alla sezione primavera, che ricordiamo spesso elencando compagni, maestre e giochi con la canzone della Buonanotte. Le storie che inventi e racconti (e che noi trascriviamo per poi lasciarle in eredità alla tua sorellina). Il primo morso al cioccolato. Il primo parco avventura. "È una buona idea, vero?" quando proponi qualcosa dopo averci pensato per un po'. Il codino che hai afferrato al tuo terzo giro in giostra, e il tuo sorriso soddisfatto che ne è seguito. Gli elenchi mentre passeggiamo in montagna: dei personaggi della mitologia greca, dei personaggi delle fiabe e di quelli de Lo Hobbit, altra grande passione. I tuoi piedi che si sollevano da terra durante una discesa con la balance bike, con cui hai imparato a prendere confidenza. Le scarpe che non sono già quasi più numero 27. I tuoi "scusa mamma" sinceri e consapevoli. I fiori che ci regali. Lo spettacolo teatrale della Ciambella addormentata e quello dei burattini. La raccolta delle fragole durante una passeggiata di una mattina dedicata esclusivamente a te. "Mamma sei la mia amata" e mi prendi le mani per ballare col sottofondo di musica da liscio. Il tuo modo di aiutare, sistemando in casa, pulendo le stoviglie e apparecchiando. Gli occhi che brillano quando si può guardar qualche puntata di George, in TV. Le contrattazioni con le quali cerchi di convincerci a patteggiare per ottenere qualcosa. Chiederci scusa a vicenda, quando ci rendiamo conto di aver esagerato. E gli abbracci stritolosi. La tua capacità di condividere. La prima baby dance, ballata con enorme trasporto in uno sperduto paesino di montagna una sera d'estate, prima di mangiare i runditt. Le mani a coppa, per bere l'acqua dalle fontanelle. I primi 500 MT di dislivello in salita sulle tue gambe, senza lamentarti mai. La discesa, per mano, dopo aver assaggiato tutti i dolci del rifugio. La tua adorazione per i camerieri (tanto che quelli con cui poi entri in sintonia, ti fanno pure provare a portare al tavolo le nostre ordinazioni). Tu che correggi chi ti dice "bella bambina", specificando "sono maschio!" tratto in inganno dal codino biondo un po' vichingo. "Passamela che la tengo in braccio!" riferito ad Adele. I tuoi meravigliosi sorrisi scioglicuore. In un anno è successo tutto questo e molto di più. Ma il privilegio di essere la tua mamma durerà, per fortuna, durerà tutta la vita.

martedì 14 maggio 2024

Dovrei.

Ritirare i vestiti stesi. Stirare tutti quelli che giacciono nell'armadio, impilati sull'asse ben chiusa su se stessa all'interno dello stesso. Sistemare in giro. Fare un cambio armadio. Seguire in differita uno dei mille webinar di formazione docente che ho salvato. Portarmi avanti con il menù delle prossime cene. Sistemare l'armadio dei libri di scuola (ogni volta lo riordino, ma regna sempre e comunque un discreto caos). Preparare dei pancake per averli già pronti per la colazione di domani. E, invece, sono qui. A battere le dita sulla tastiera, mentre lei dorme di un sonno apparentemente profondo e rigenerante. Lei che mi è a volte difficile decifrare, bimba di burro dall'espressione seria capace di sciogliere il cuore non appena esplode in un sorriso. Lui è dai nonni, tornerà tra qualche ora. Per cui mi godo questo momento (minuti preziosi) di tempo per dedicarmi a qualcosa che apparentemente non ha peso, ma di cui ho bisogno, desiderio, piacere. Scrivere. Anche se sono solo riflessioni di donna-mamma-moglie-figlia che nessuno ha richiesto di leggere qui, pubblicamente, ma che mi piace lasciare come traccia virtuale. Penso a quanto sia un incastro delicato, questo periodo della mia vita, agli equilibri precari e sempre in via di modificazione che ci accompagnano. Ritmi, riti in continua mutazione, per assecondare bisogni e provare a farlo nel migliore dei modi a mia disposizione. Sbagliando cento volte, provando a rimediare duecento. Quando ci eravamo imbarcati nell'avventura di Zeno, tutto era concentrato su di lui. Creare routine, attenzioni massime a ogni fase di crescita, a ogni traguardo. Poi invece, ci si deve reinventare, quando tutto raddoppia. La fatica, la gioia, la stanchezza, le risate. Non considero quello di mamma o papà un "lavoro". Sono a casa in maternità, riprenderò a settembre la mia routine di insegnante, e ora cerco di convivere con ogni mio giorno mettendoci impegno, a volte senza riuscirci quanto vorrei, ma sentendomi protagonista della fase di crescita di due bambini per i quali sono punto di riferimento, non di certo "datore di lavoro". Sicuramente sfiancante molte volte, dalle messe a nanna in cui bisogna inventarsi metodi alternativi per far arrivare Morfeo nella cameretta, ai momenti di quasi treannitudine che esplodono dirompenti. E quindi sì, dovrei fare un elenco infinito di cose, incombenze da portare a termine. Eppure già mi sento più leggera ad aver dedicato dei minuti a questo post. Non mi sento una da "sacrifico me stessa per il bene dei miei figli" del tipo "Non ho neanche un secondo per fare la pipì perché toglierei tempo ai miei pargoli", perché il tempo per se stessi va mantenuto, va fatto fiorire, altrimenti si appassisce e si contaminano anche le cose belle che ci circondano. Proprio come la piantina nel vasetto giallo sulla finestra, a cui Zeno ha dato il nome Porridge in onore alle colazioni della mamma, quelle foglioline nate da semini che ha portato a casa dalla scuola il mio bambino, per prendersi cura di qualcosa che cresce insieme a lui. Chiudo questa riflessione non richiesta anche perché arrivo da un discreto pisolino pomeridiano, come non mi succede praticamente mai, difficile come sono a cedere al sonno diurno, nonostante a volte la stanchezza sia devastante. Ora spengo il pc. Provo a tirare fuori l'asse da stiro. Se lei si sveglia, i panni resteranno lì un altro po'. Perchè a quel punto sì che DOVREI godermi quegli occhioni blu.

mercoledì 10 aprile 2024

Le pozzanghere insegnano che.

Ho preparato la cena, con una ricetta suggerita dal proprietario della bancarella di formaggi che ogni volta regala un pezzo di Parmigiano a un entusiasta Zeno. Stranamente Adele dormiva, crollata poco prima nella fascia, cuore a cuore col papà. Mangiato l'ultimo boccone, sbucciata l'ultima fetta di mela, ho sparecchiato, col sottofondo di giochi "teatrali" che attualmente sono i preferiti del nostro piccolo biondo "role player". Facciamo che tu sei... e partono scenette con battute che ogni volta si arricchiscono di nuovi dettagli. Stasera io preferisco dedicarmi alla sistemazione della cucina, tra una lavastoviglie da caricare e un piano cottura da pulire. Appena finito, porto fuori la spazzatura, cercando di schivare le ultime goccioline di pioggia della giornata. Poche ore prima eravamo fuori, in uno spiazzo di sassi e pozzanghere. Zeno, stivaletti e tuta antipioggia, saltava in quelle piccole gioie liquide dell'infanzia. Glielo avevo promesso al mattino, mentre si preparava per la sua giornata all'asilo e quindi approfittiamo della lunga nanna della sorellina. Sto ripensando a quella mezz'ora fuori casa, cappuccio alzato e splash splash, -guarda com'è profonda questa!- e appena risalgo dalle scale, mi godo mentalmente la prospettiva di un po' di sano divano, dopo una giornata felicemente piena. Esattamente quando sto per sedermi, lei si sveglia, stiracchiandosi e lanciando occhiate attorno, per carpire l'attenzione di chiunque passi di lì. Il primo pensiero è -noooo!- perché so che adesso ci sarà un cambio pannolino, seguito dall' allattata lunga della sera, il dovermi mettere in anticipo il pigiama per non rischiare di fare troppo rumore dopo, quando verrà trasferita a letto, con la solita speranza che possa durare un po' di ore l a tregua notturna prima del successivo snack a base di latte materno... ma poi. Poi realizzo che invece che -noooo!- quel risveglio merita un -che tempismo!-, col sorriso di chi si sente fortunata per essere riuscita a portare a termine tutti quello che si era prefissata, senza la "preoccupazione" della bimba, intenta in un sonnelino imprevisto. Come sempre, si tratta di PROSPETTIVA. Decidi TU come sentirti, nelle microscopiche attività quotidiane, nella routine di giorni da costruire, decidi tu se sorridere per le piccole coincidenze che vuoi trovare oppure lamentarti per come invece sarebbe potuta andare. E alla fine, questo modo di affrontare la vita, è esattamente quello che insegna l'attività a cui ho dedicato quella mezzora pomeridiana con Zeno. Le pozzanghere sono da schivare, normalmente. Bagnano i piedi, sono fatte di acqua sporca, sognificano buche nell'asfalto. Ma basta cambiare abbigliamento, indossare la comoda e divertente "prospettiva" di un paio di stivaletti di gomma, per riscoprirle ottime alleate per il raggiungimento di quell'orizzonte chiamato Felicità

martedì 19 marzo 2024

Eredità ideale

La sua determinazione, la mia pacatezza. La sua postura aperta e decisa, le mie dita affusolate. Il suo modo di essere organizzato, la mia facilità nel trovare il lato positivo nelle cose della Vita. La sua capacità di memorizzare, il mio "orecchio musicale". La sua passione per la montagna, la mia per i libri e la scrittura. La nostra voglia di viaggiare ed esplorare. Il suo immergersi completamente in ciò che fa, senza distrazioni; il mio saper ascoltare ed essere paziente. La sua lungimiranza, la mia leggerezza (da non confondere con la superficialità) nell'affrontare il quotidiano. La nostra capacità di snocciolare i sogni del futuro, raccontandoci traguardi del passato col sorriso. Le sue spalle larghe che racchiudono un cuore dolce, i miei capelli selvaggi, custodi di pensieri e speranze. La sua serietà, la mia empatia. Il nostro incondizionato amore per A e Z. Il nostro incondizionato amore, tra noi due. Eccola qui, la mia eredità ideale per i nostri figli. Da accudire con la stessa cura che mostra Z quando stringe tra le mani l'annaffiatoio, nel nostro giardino.

mercoledì 14 febbraio 2024

Innamorati a S. Paul

Couple au desseus de Saint Paul, Marc Chagall. Un San Valentino - postdatato, ieri ero troppo presa a sopravvivere al sonno arretrato accumulato - che mi riporta al viaggio di nozze di qualche mese fa in Costa Azzurra. Passeggiando mano nella mano verso la Fondazione Maeght - un concentrato d'arte poco fuori il paesino di Saint Paul de Vence, vera e propria chicca da visitare - ci siamo imbattuti in questo scorcio. Chagall lo aveva dipinto, inserendo in primo piano rispetto al medesimo sfondo una coppia ( in blu, colore tipico del suo stile pittorico). Quella mattina il sole scaldava più del solito, la salita non era ripida ma la mia pancia all'ottavo mese mi faceva faticare un po', per cui via il cappotto, piccola pausa proprio lì dove la strada regalava questo spiazzo artistico e un paio di foto scattate. Un ricordo romantico recente, uno dei tanti che costellano la mia oserei dire privilegiata vita sentimentale. Con un sorriso un po' malinconico nel cuore per quei giorni in due molto spensierati, celebro con un piccolo ritardo la festa degli innamorati. Ché chiunque ama deve sentirsi come indue protagonisti di quel dipinto: abbracciati, leggeri e delicati.

martedì 2 gennaio 2024

Un capodanno...dalla Z alla A. Nuovi inizi✨

Ci fiutiamo con quell'istinto che sa di antico. Ci affidiamo reciprocamente l'una all'altra, perché se ancora non pesi 3 kg, sei tu che porti la leggerezza del mio cuore, ora. Hai deciso di nascere regalandoci una fine anno magica, anticipando contro ogni pronostico la tua venuta al mondo. Proprio non ti piaceva, quel 4 a fine anno, eh? Bene, cara piccolina, sei ufficialmente entrata a far parte di un anno che è stato pieno di magia all'inverosimile. Come chiuderlo al meglio? Beh, stringendoti tra le braccia, certo. Sto usando quel "tu" di confidenza e affetto di chi sa che non ha scampo da quell'ondata di amore che avevo già avuto il privilegio di conoscere poco più di due anni fa, con quel biondissimo dono arrivato dopo la notte delle stelle cadenti. Un fratello nibelungo, in tutto e per tutto, ma capace di donare un affetto carico di entusiasmo che lascia chiunque spiazzato. Ora tu, piccolina. Con quegli inaspettati capelli scuri e lunghi, come una piccola Circe già pronta ad ammaliarmi. Congedare la coppia di amici venuti a pranzo nell'ultimo giorno dell'anno, perché "scusate ma mi sa che vado a partorire", nonostante suonasse strano anche me, con questo anticipo di settimane. Ero stata ammonita su più fronti però e per fortuna ho seguito i consigli, muovendomi per tempo: poco più di due ore dopo dall'arrivo in ospedale, eravamo accovacciate pelle contro pelle, nel primo abbraccio che hai donato al mondo. Vivremo avventure, lo sai? A raccontarle per primo già ci vedo il tuo big brother col suo fare da giullare di corte, appassionato di storie da vivere e impersonare. Siamo pronti, prontissimi, a questa nuova fase di Vita. Con i botti e i fuochi d'artificio che esplodevano fuori dalla finestra, oltre i pini del giardino dell'ospedale, ho capito che cambiava l'anno. Ma poco importava che fosse mezzanotte o meno: il mio nuovo anno era già cominciato quando ho annusato il tuo profumo di bambina, Adele, figlia mia.
#dichiarazionedamoreaunaneonata